Casa Malaparte, un testamento di pietra

Curzio Malaparte
Curzio Malaparte

NAPOLI – Al caffè letterario Intra Moenia in piazza Bellini lunedì 29 febbraio alle 18 il giornalista di Il Mattino Pietro Treccagnoli indagherà il complesso rapporto con Napoli dello scrittore Curzio Malaparte assieme all’architetto Sergio Attanasio, docente di Storia dell’Architettura e della Città all’Università degli Studi di Napoli Federico II, che si è occupato, con libri, saggi e articoli, di Casa Malaparte e che ne ha mostrato la genesi e soprattutto i costanti e inediti elementi letterari.

L’appuntamento fa parte del ciclo Storia e storie napoletane.

Il nome di Curzio Malaparte, lo scrittore più geniale e controverso del Novecento italiano, è strettamente legato a Napoli per numerosi motivi ma soprattutto per il romanzo La Pelle e per la sua villa che fece costruire a Capri. Sono entrambi due testi letterari. Il primo fatto di parole, il secondo di pietra.

La Pelle, pubblicato subito dopo la seconda guerra mondiale, fece molto parlare di sé per le scene crude in cui Malaparte raccontava la degenerazione dei sentimenti provocata dal conflitto e dalla devastazione che ne seguì.

Casa Malaparte a Punta Massullo è considerata una delle ville più belle al mondo, costruita in deroga alle regola paesaggistiche e diventata una dei punti più interessanti dell’isola azzurra.

Curzio Malaparte, al secolo Kurt Erich Suckert, nacque in Toscana, a Prato il 9 giugno 1898 da padre tedesco e madre italiana. Dal 1925 italianizzò il nome in Curzio e come cognome usò un gioco di parola “capovolgendo” quello di Bonaparte.

Giornalista e scrittore, ebbe sempre spirito indipendente, critico e soprattutto fu sempre controcorrente. Oltre La Pelle, ha scritto molte opere tra cui Kaputt e Maledetti toscani.

Morì a  Roma il 19 luglio 1957 dopo una grave malattia contratta in un viaggio in Cina.

Lasciò in eredità la residenza caprese – Casa Matta Come Me, amava dire Malaparte – alla Repubblica Popolare Cinese.

Casa Malaparte
Casa Malaparte