CIAO PINO! LETTERA APERTA PER IL “MASCALZONE LATINO”

 

Pino-Daniele-36Caro Pino, schizzecheiava in piazza del Plebiscito, proprio come nella tua canzone del 1988. E si piangeva in piazza del Plebiscito proprio come si poteva piangere per la tua improvvisa morte. Ma sappi che mentre la tua grande figura è scomparsa dal mondo il tuo canto immortale si fonderà poco a poco con tutto ciò che ci circonda, con tutto ciò che fa parte di questa Napoli amata ed odiata, di questa Napoli sorridente e malata, di questa Napoli lavoratrice e cantante. Pino, rivivrai nel nome della tua poesia, della tua musica, felice di avere tramandato ai posteri il cuore di un popolo intero. Buona notte a te caro “mascalzone latino”. Buonanotte a te sovrano incontrastato ed “Uomo in blues”. Dormi e sogna di rivivere in eterno nel tuo mondo. Passeggia ancora di notte per il Cavone, per la tua Santa Maria La Nova. Sdraiati “Sott’o sole”, al tepore dei tuoi ultimi raggi toscani, dormi… sia dolce la tua lunga notte, quella che ormai ti separa dagli acciacchi di questa città che ora ti piange ed osanna. Ora che potrai riabbracciare il tuo amico “Fortunato” insieme al “Nero a Metà” Mario Musella ed al “Postino” Massimo Troisi, sappi che tutti noi ricorderemo il 7 gennaio del 2015 come una data storica, come una data che ha visto, nella piazza simbolo di una Napoli privata dei suoi “mille culure”, senza distinzioni di classe , uomini e donne, vecchi e ragazzi piangere lacrime di dolore per chi come te li aveva rappresentati nel mondo. Addio Pino, addio amico di note e sonorità nuove, addio anche al tuo “tarumbò”. Così come avvenne per il mitico concerto del 1981 in più di centomila ti hanno applaudito in quella che d’ora in avanti nel cuore dei napoletani veri sarà la tua piazza. Dicevo, schizzecheiava al tuo funerale e schizzecheiava anche nel cuore di tutti noi, di noi che potremo dire “Io c’ero”. Abbiamo perso un capopopolo, un artista, un uomo che pur allontanandosi dai propri nativi lidi ha sempre tenuto la sua città, la sua “carta sporca” di cui nessuno se ne importa, nelle vene. Ma si risorgerà! Si risorgerà nel nome delle tue canzoni, nel nome della tua genialità, nel nome di una “Terra mia” stanca di soccombere dinanzi alle ingiustizie di chi giorno dopo giorno tenta di infangare memoria storica, cultura e presente. Io c’ero quel 7 gennaio del 2015, ho visto gli occhi pieni di lacrime della pino_daniele FUNgente, ho visto la compostezza di un popolo ferito nel profondo della sua essenza. Io c’ero quel 7 gennaio ed ho udito con la faccia rigata dal pianto la tua voce salire verso il cielo nel mentre in terra migliaia e migliaia di piccole luci ti indicavano la strada per quell’angolo di paradiso riservato agli artisti come te. Io c’ero quel 7 gennaio ed ho rivisto miracolosamente, il popolo di Masaniello, il popolo del 1799, il popolo dei briganti, delle “Quattro Giornate”, delle macerie del 1980. Il popolo che, guidato da una luminosa cometa apparsa non in cielo ma nell’anima, dal Vomero a Forcella, da Posillipo ai Quartieri Spagnoli, dalla Sanità a Capodimonte si è saputo riunire, quasi in estatica adorazione e senza differenze tra Magi e pastori, dinanzi a te come dinanzi ad un nuovo Messia. Io c’ero quella sera ed ho rivisto la Napoli della ribellione, la Napoli che se solo volesse, nessuno potrebbe mai arrestare. Addio Pino, dalla tua cenere, risorgerà, forse, una città migliore, una città capace di cantare ancora poesie come le tue , una città più ricca, più sincera, più onesta. Addio Pino, non vivrai declino, sei morto appena in tempo per diventare un mito. Avrai strade, auditorium, busti marmorei, avrai “cantanticchi” prezzolati che sfrutteranno il tuo nome scrivendo canzoni per te, avrai biografie, compilation, pub che insisteranno ancora di più ad “intestarti” panini e crostoni, avrai dediche e falsi amici arroganti…avrai politici e lestofanti, avrai servizi in tv fino a quando l’informazione diventerà feticismo… ma avrai il cuore della gente sincera e di quanti grazie a te hanno vissuto il loro ideale d’amore e la loro speranza per una vita senza paura. Ciao Pino! “Che Dio ti benedica” e da lassù “Dimmi cosa succede sulla terra”!

                                                                                                                                                                                                          Giuseppe Giorgio