“Gli amici se ne vanno”, il cantautore Umberto Bindi rivive al Nuovo Sancarluccio con la voce di Massimo Masiello

 

BINDI MASIELLOIn una umanità che sembra deridere gli ultimi superstiti delle arti e che ancora vive l’ultima eco di una civiltà spesso animata da dubbi pregiudizi e falsi valori, portare in scena uno spettacolo che evoca l’epopea del cantautore Umberto Bindi è davvero un atto di coraggio e di amore. Un gesto di artistica temerarietà e di passionale fede che nel vedere gli autori Gianmarco Cesario ed Antonio Mocciola impegnati nello scrivere e nel presentare dal 22 al 25 gennaio prossimo al Nuovo Sancarluccio il loro omaggio all’autore de ”Il nostro Concerto”, porta beneficamente tra il pubblico l’estro e la sinuosità canora di un cantante come Massimo Masiello insieme alle note di uno dei più grandi innovatori della musica leggera italiana. Intitolando lo spettacolo, o per meglio dire, il loro tributo al mai troppo celebrato cantautore di scuola genovese, “Gli amici se ne vanno”, utilizzando le parole della celebre canzone “La musica è finita” scritta per Sanremo del 1967 da Bindi con Nisa e Califano, gli autori Cesario e Mocciola con l’autorevole ed appassionato supporto musicale di Gennaro Romano de “I Letti Sfatti” compiono così una sorta di atto dovuto per quel grande romanzo chiamato Bindi e per quel grande ed al tempo stesso fragile interprete e compositore fin troppo amante dell’eleganza della melodia e della sontuosità degli arrangiamenti. bindi ieriLo stesso che muovendo i primi passi tra l’ottusità di un’italietta anni Sessanta dovette fare i conti con l’imperante omofobia di un mondo mediatico non ancora preparato ad omologare le interpretazioni di chi aveva il coraggio di mostrare liberamente e senza preconcetti la propria omosessualità. In scena al Nuovo Sancarluccio con un Massimo Masiello perfettamente in sintonia con la poetica, la musicalità e l’espressività di un Umberto Bindi davvero senza tempo e finalmente liberato da quella morsa di incomprensione e di misera intolleranza che aveva attanagliato la sua carriera fino all’emarginazione, uno spettacolo fatto di storia di vita, e di canzoni. Per gli spettatori, grazie alla produzione della “Suoni & Scene” di Bruno Tabacchini, con le magiche orchestrazioni di colui che musicalmente fu certamente il più bravo di tutti i cantautori del suo tempo e con il racconto inedito scritto da Bruno Lauzi e messo a disposizione da Massimo Artesi compagno ed erede di Bindi, un lavoro capace di gettare un benefico fascio di luce su di un personaggio spaccato a metà tra il mito artistico ed il martirio di una civiltà senz’anima. Soffermandosi sulle note di ogni brano, grazie anche al rispettoso intervento di un musicista come Romano, e riproponendo il tutto attraverso le preziose vocalità di un cantante ed attore come Masiello che continua a rincorrere con la sua arte quella perfezione che diventa sinonimo di leggerezza “Gli amici se ne vanno” (Le note ineguali di Umberto Bindi) nello storicizzato spazio di via San Pasquale a Chiaia, tra episodi di vita del cantautore, riflessioni sulla sua non facile esistenza, a partire dall’omicidio della madre ed aneddoti vari, porta in scena la vivida immagine di un artista che ancora sembra invocare riconoscimento e giustizia. Ricordando le pene fisiche dei suoi ultimi anni, la povertà degli ultimi giorni e la fine appena un mese dopo il riconoscimento di un vitalizio invocato dall’amico Gino Paoli grazie alla legge Bacchelli, Umberto Bindi e le sue UMBERO BINDI ATTUALEgesta rivivono al Nuovo Sancarluccio. Così come rifioriscono i suoi immortali brani tra cui “Arrivederci”, “Io e il mare”, e “Letti” che sancì la sua ultima esibizione al Festival di Sanremo accompagnato dai New Trolls e così come si perpetuano le eroiche gesta di un cavaliere errante della musica e dell’amore alle prese con i mulini a vento di un mondo spietato e senza cuore.

Giuseppe Giorgio