Concerto di Vasco,  trionfo all’Olimpico

di Antonietta Montagano

ROMA – Blasco: 4 concerti e la grinta di sempre. Live Kom 2016, questo il nome del tour che ha richiamato allo Stadio Olimpico 220mila persone nell’arco di quattro serate: 24, 25, 26 e 27 giugno.

vasco

Con Vasco e la sua musica che ha ammaliato ben tre generazioni hanno suonato Vince Pastano e Stef Burns alle chitarre, al basso Claudio Golinelli, al sassofono Andrea Innesto, ai cori Clara Moroni, alla tromba Frank Nemola, alla tastiera Alberto Rocchetti e alla batteria Will Hunt.

Un animale da palcoscenico come Vasco non poteva che infiammare i suoi fan, che hanno cantato con lui per più di due ore a braccia levate. 33 canzoni e tante emozioni, sensazioni, entusiasmo. La sua energia si poteva toccare con mano: era un flusso continuo che passava da lui al pubblico e viceversa.

Quello che si prova ad un live non è la stessa cosa che ascoltare i brani in macchina, a casa, e Vasco lo sa. «Eh, volo alto sul palco, volo moooolto alto sul palco», accende così gli animi adoranti. I suoi testi diventano storie che coinvolgono il pubblico.

Pezzi noti, alcuni attuali, un inedito, persino un’accennata Roma nun fa’ la stupida stasera, un omaggio ai suoi fan che erano intervenuti da ogni parte d’Italia.

Non tante parole sul palco, ma nella serata di giovedì 23 ha voluto ricordare il suo amico Marco Pannella.

E, riferendosi ai tempi difficili in cui viviamo, ha detto che nella vita ci vuole coraggio.  «Ce la farete tutti. E ricordatevi che il nemico non è l’odio ma la paura. Voi non dovete avere paura».

La voce potente, ammaliante di Vasco è un graffio che segna, che rimane anche dopo la fine del concerto, ti accompagna all’uscita dello Stadio Olimpico, anche quando i led blu sono ormai spenti.