Corpus sanus: le apnee notturne
di Bruno Provitera
Eccessiva sonnolenza diurna? Attenzione: è il sintomo distintivo della sindrome delle apnee nel sonno. Ne soffre circa due milioni di italiani ed è responsabile di oltre 7.000 incidenti stradali all’anno di cui circa 200 mortali.
Una sindrome che ha dunque un forte impatto sociale, tanto che ora anche l’Italia recepisce una direttiva U E: al momento del rilascio della patente di guida e in caso di rinnovo, i decreti del ministero dei Trasporti e della Salute impongono di inserire l’informazione sul documento e di subirne il ritiro nel caso in cui la sindrome non venga adeguatamente curata.
Dunque a chi soffre di sindrome da apnee notturne gravi nel sonno (OSAS) e non si cura, è stato posto per legge il divieto di guida. Ma anche prendere la patente, o rinnovarla, sarà più difficile per chi è affetto da tale disturbo, a seconda del livello di gravità.

Vediamo dunque di capirne di più e come possiamo curarla.
I sintomi riferiti dal paziente oltre alla sonnolenza diurna sono: cefalea al risveglio, russamento intermittente (riferito dal partner), ridotta capacità di memoria e di concentrazione, ipertensione arteriosa, bocca asciutta al risveglio e riduzione della libido. Un dato oggettivo è che i due terzi dei pazienti affetti da apnee notturne è obeso.
Qual è l’esame che ci permette di diagnosticare e di monitorare questa sindrome? È la polisonnografia. Il paziente si ricovera per una notte e si tiene in osservazione durante il sonno. Viene collegato a particolari apparecchiature medicali che consentono di rilevare durante il sonno alcuni parametri quali la quantità di ossigeno nel sangue, i movimenti respiratori del torace, l’attività cerebrale, il movimento dell’aria inspirata ed espirata nelle vie aeree superiori, la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa ed il russamento.
Questo test sostanzialmente individuerà, attraverso l’indice apnea/ipoapnea, il numero di interruzioni totali o parziali del respiro nell’arco di un ora, per tutta la durata del sonno. Diciamo che l’interruzione del respiro per una durata superiore a 4 secondi si chiama apnea.
Le interpretazioni del test tengono conto proprio di questo indice. Se l’indice è inferiore a 5 non si ha nessun fenomeno di apnea. Se l’indice è tra 5 e 15 avremo una apnea notturna di grado lieve. Tra 16 e 30 l’indice darà un apnea di grado moderato, superiore a 30 un apnea grave.
Serve ricordare che questa sindrome è una vera e propria malattia: provoca interruzioni involontarie del respiro, della durata di almeno 10 secondi con una frequenza anche di dieci volte ogni ora, mentre si dorme. I muscoli che tengono aperte le vie aeree superiori, perdono di tono, provocando l’apnea. Questa a sua volta causa l’abbassamento della saturazione dell’ossigeno nel sangue, che alla lunga porta a una serie di disturbi già citati quali arteriosclerosi, ipertensione e deficit cognitivi e, quel che interessa maggiormente la guida, sonnolenza diurna.
La terapia medica consigliata è la ventilazione meccanica a pressione positiva (con una maschera che si indossa durante le ore di sonno) oltre a farmaci specifici. Segue la terapia chirurgica in caso di ostruzione delle vie aeree superiori.
In ogni caso consiglio di contrastare il sovrappeso e l’obesità seguendo uno stile alimentare corretto e uno stile di vita attivo, di eliminare o ridurre il fumo, l’alcool e i farmaci sedativi, di usare uno spray decongestionante nasale prima di coricarsi, di preferire di dormire su un lato e non sulla schiena o proni in modo da favorire la respirazione.
La rubrica Corpus sanus è curata dal dottor Bruno Provitera – Endocrinologo chirurgo – Patologo Clinico – Esperto in medicine Integrate