Dall’uomo di Neanderthal a Sofia Loren…pecche’ ce piace ‘a pizza?

pietro garganoPecché ce piace ‘a pizza? Perché è un disco a forma di sole, vecchio come il mondo, già l’uomo di Neanderthal impastava farina con l’acqua e cuoceva su pietre roventi la preistorica focaccia. E che cos’erano, se non pizzette, gli azzimi di Mosé in fuga dall’Egitto? E che cos’è, se non un pizzaiuolo, Il placentario scavato a Pompei?

Ci piace perché è afrodisiaca, come dimostra il fatto che quello di Neanderthal per digerire la pizza e prepararsi all’amore trascinava le donne tenendole per i capelli. Non fu un caso se attorno al 1535 Sigismondo I re di Polonia la scelse per il sontuoso pranzo di nozze con una Sforza che si chiamava Bona. Avalla la testi la pornostar Barbarella: “La pizza è una valida alleata per l’amore. E’ allegra, veloce, ma ricca di sapori e ingredienti. Proprio come l’amore, capace di assumere aspetti diversi”.

Ci piace perché è buona per ogni stagione, voltagabbana e ben adatta a questi tempi sbandati: nacque borbonica e diventò savoiarda. Affascinato dalla focaccia divorata con le mani dai lazzari, Ferdinando IV entrò nella bottega di Ntuono Testa sulla salita di Santa Teresa al Museo, respinse la sedia offertagli e la mangiò in piedi dopo averla piegata in quattro, a libretto; la trasformò da cibo dei poveri a pietanza per i ricchi. Poi la regina piemontese Margherita se l’inventò tricolore, strappando al Sud dopo il Regno perfino la gloria culinaria. Non restava che chiarsela a libretto, detto di saggezza, popolare, ossia far buon viso a cattivo gioco in attesa di tempi migliori

‘A pizza ce piace perché è globale. Il pomodoro che la colora arrivò dalle Americhe, per la precisione dal Perù, e si scoprì che legava bene con il resto. E in tutto il mondo ora si mangia pur se diventa fast food ed è quasi sempre una schifezza e sopra ci mettono il salmone e la nutella. Del resto pure sotto il Vesuvio la pizza cambiò, nacque bianca, giacché i miseri non avevano niente di aggiungervi, e si arricchì di cicenielli e altri supporti prima di toccare la perfezione con pomodoro e origano, con pomodoro, mozzarella e basilico. Siamo fieri del fatto che dilaghi, ce ne frega che sia stata colonizzata e la reputiamo piccolo segno di una rivincita: con quella meraviglia Napoli, città di eterna conquista, ha invaso il pianeta. Almeno qualcosa l’esportiamo ancora.

Ci piace perché nonostante i rincari costa ancora poco e dà una sensazione (illusione) di sazietà – quindi è in sé dietetica – ben intonata a questi momenti di crisi delle Borse e soprattutto delle borse (minuscole) della gente fuori da ogni casta.

A chi scrive piace perché, come scrisse don Gaetano Afeltra, “si fa e non si cucina. Si fa con le mani e con la sola abilità delle palme”. E a mani nude stiamo. Piace perché gli ricorda che almeno di questo prodigio i terrestri sono debitori di noi terroni. Piace perché gli rammenta i faccia a faccia adolescenziali in pizzeria con la prima innamorata e le perdona che la suddetta sia diventata sua moglie. Piace perché gli fa tornare in mente Sofia Loren e perché gli fa sperare che tutti i pagamenti in arrivo, tasse e bollette, possano aspettare ogge a otto.

Pietro Gargano*

 *Giornalista, critico e storico musicale, scrittore

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