E’ stato Salvatore di Matteo con la storica omonima pizzeria di via Tribunali a conquistare il prestigioso riconoscimento “Miglior locale street food regionale”

Cibo di Strada 2NAPOLI– Sono stati gli utenti del portale  “Cibo di Strada. it”  con le loro migliaia di voti  a consacrare durante la competizione “l’Oscar di Cibo di strada 2015” le venti migliori eccellenze italiane con il prestigioso riconoscimento “Miglior locale street food regionale”. E non a caso, ma per effetto della valanga di click proveniente dai clienti della gastronomia di strada italiana, a vincere per la Campania, è stata la storica “Pizzeria Di Matteo” di via Tribunali a Napoli. Conquistando il prestigioso titolo Cibo di Strada 1per la nostra Regione con la famosa “Pizza a libretto” il noto locale ed il popolare patron si sono meritati la seguente motivazione: “Questo locale napoletano si tramanda da generazioni ed è  ormai consacrato come il tempio della pizza napoletana il cui dio  è  indubbiamente uno dei pizzaioli più bravi del mondo: Salvatore Di Matteo”. Una nuova consacrazione, quindi, per un locale che rappresenta un fiore all’occhielo per una città che lavora e produce nel segno della qualità, della storia e della bontà ed un nuovo segnale positivo che giunge da quanti, come il maestro pizzaiolo Salvatore Di Matteo, intendono salvaguardare le tradizioni di una terra dale mille potenzialità. Artefice insieme con la cantautrice Shara  (Sarah Ancarola) , in seno alle attivitàdell’Associazione Terronian, del brand “Eccellenze del Sud”, il noto pizzaiolo con questo ennesimo premio dimostra ancora di più tutto l’impegno per la salvaguardia delle tipicità Cibo di Strada 4territoriali nel nome di una terra da difendere e rivalutare a partire dai suoi prodotti. Per tutti, dalle antiche delizie del cosiddetto “Cibo di strada” diventato anche “Street Food”, un nuovo meritato riscontro per una Napoli che produce ed un nuovo stimolo per una salutare visita al Centro Antico  per quanti  delle “pizze a libretto” ancora con conoscono il sapore e la poesia.

Giuseppe Giorgio