“EsseoEsse” con Biagio Izzo inaugura la nuova stagione del rinato Teatro Delle Palme
Parlando di “EsseoEsse”, lo spettacolo scelto per inaugurare la nuova stagione del rinato teatro Delle Palme, scritto dal beniamino del pubblico napoletano, Biagio Izzo in collaborazione con Bruno Tabacchini, tutto il tema portante della storia sembra risiedere nella celebre poesia di Eduardo De Filippo “Io vulesse truvà pace”. Inneggiando ad una pace “senza morte” così come invocato dagli eduardiani versi ed affidandosi al modello del “monologhista” l’autore ed interprete Izzo, tra quattro ballerine che fanno da collante tra i vari momenti del lavoro ed una “spalla” come Francesco Procopio che si profonde anche in una lunga serie di stravaganti personaggi, porta in scena le avventure di un napoletanissimo turista dalle mille sfaccettature umane e sociali. Partito da Sharm El Sheikh su un piccolo aereo per un’escursione alle Piramidi vinta durante una gara di karaoke, il particolarissimo protagonista si ritrova, a seguito di un atterraggio di fortuna, solo e perduto nel deserto dove tra personali autoanalisi ed infiniti spunti comici offre vita ad una situazione esilarante ma non per questo lontana dalle riflessioni su di una società allo sfascio. Calandosi nei panni del malcapitato viaggiatore di Caivano che resosi conto di essere rimasto solo nel Sahara si rifugia in una provvidenziale oasi, Izzo, alla sua trascinante maniera, approfitta della fantasiosa vicenda, per analizzare con il suo divertente, ed al tempo stesso introspettivo metodo, tutte le problematiche dell’uomo di oggi alla continua ricerca di un rifugio mentale lontano dalle difficoltà quotidiane e da quegli “incubi” chiamati: tasse, politica, rifiuti tossici, terra dei fuochi e così via. Vittima degli strani effetti procurati dal cocente sole e presto preda di quegli stessi miraggi inseguiti nella vita reale, il turista di nome Biagio, nel cominciare a vedere intorno a sé ombre e figure che si materializzano sotto forma di odalische sinuose, berberi e beduini e che si incrociano con la familiare presenza di un inseparabile amico di nome Francesco (impersonato da Procopio), idealizza così, tra le palme, il luogo immaginario della mente umana dove ognuno può ritrovare serenità e pace. Rimanendo in contatto con il resto del mondo solo grazie alla radio di bordo recuperata dalla cabina di pilotaggio del velivolo semi sommerso dalla sabbia, Biagio, inizia così una sorta di pellegrinaggio nella sua coscienza, dissertando, sulle note dei brani neomelodici che gli giungono misteriosamente anche nel deserto e su tutti quei luoghi comuni della cosiddetta civiltà. Fino a quando, esauriti i sogni ed iniziata la solitudine, tra satiriche considerazioni e grottesche situazioni, giunge alla conclusione che è pressoché impossibile fare a meno
anche di tutte quelle brutture normalmente rinnegate nella vita reale. Diretto dal super collaudato regista Claudio Insegno, con le coreografie di Manolo Casalino, le scene di Luigi Ferrigno, i costumi di Graziella Pera ed il disegno luci di Massino Tomasino, nel teatro Delle Palme restituito ai napoletani grazie alla “Suoni & Scene” di Bruno Tabacchini, tutto lo spettacolo, si trasforma in una “grande metafora sull’esistenza umana” portando in palcoscenico sulla scia di una storia divertente e paradossale, i dilemmi quotidiani della gente di oggi alla continua ricerca di un’oasi dove ritrovare innanzitutto se stessi. Nel diventare una feroce critica contro tutti gli effetti negativi di quel benessere collettivo trasformato in una condizione da raggiungere a tutti i costi, lo spettacolo finisce con l’evidenziare come morale finale, sia pure allegramente, quel bisogno impellente di una vita migliore. Una vita, capace di fare recuperare le proprie identità e di lasciare una via di fuga da tutte le negatività che ci circondano e dalle avversità di una società civile sempre più soggiogata dal consumismo tecnologico e dai media.
Giovanni Romano