Feste spagnole e indifferenza italiana: Carlo di Borbone 1716-2016
di FRANCESCO DE CRESCENZO
Il 10 maggio del 1734 per Napoli e per tutto quel territorio che oggi forma il Meridione d’Italia, inizià una nuova era: Re Carlo III di Borbone entrava in città. Il 3 luglio del 1735 venne incoronato nella cattedrale di Palermo Re di Napoli e Sicilia.
Figlio del Re di Spagna Filippo V e di Elisabetta Farnese, era solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo. Fu così che forte della discendenza materna rivendicò in Italia l’eredità dei Farnese e dei Medici; divenne duca del Ducato di Parma e Piacenza nel 1731, e dichiarato principe ereditario del Granducato di Toscana. Fu nel 1734 che, durante la guerra di successione polacca, al comando delle sue truppe conquistò i regni di Napoli e di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca.
Con Napoli, prostrata da secoli di diverse dominazioni, fu amore a prima vista e volle imparare la lingua napoletana. La Città con lui diventò la capitale di un Regno autonomo.
Re Carlo realizzò una serie di opere che ancora oggi testimoniano la sua grandezza.
Diversi sono i primati legati a quel periodo, come la costruzione della residenza reale più grande al mondo, la Reggia di Caserta, e ancora il Teatro di San Carlo, il più antico teatro d’opera al mondo ancora attivo. Senza dimenticare la mastodontica opera dell’acquedotto Carolino, che fornisce acqua anche alla reggia di Caserta, lungo circa 38 km, preleva l’acqua alle fonti del monte Taburno. Opera iniziata nel marzo del 1753 e inaugurata nel maggio del 1762, i lavori furono completati nel 1770 con una spesa complessiva di 622.424 ducati.
Nel 1759 fu chiamato a succedere il fratellastro Ferdinando VI sul trono di Spagna e dovette lasciare la sua Napoli per Madrid, dove viene ancora ricordato come «el mejor alcalde».
Quest’anno ricorre il 300esimo anniversario della nascita del monarca illuminato: si guadagnò questo appellativo in Spagna, dove viene ancora celebrato per la sua politica riformista. Eppure a parte qualche manifestazione e alcune conferenze, per lo più organizzate da associazioni meridionaliste, Carlo di Borbone, né in Italia né tantomeno a Napoli, dalle istituzioni non ha avuto i riconoscimenti che avrebbe meritato.

Terronian magazine ha discusso, di questo e di altri argomenti che riguardano sempre il mondo meridionalista, con il professor Gennaro De Crescenzo, presidente del Movimento Neoborbonico, autore di diversi libri come: L’ altro 1799: i fatti / Contro Garibaldi. Appunti per demolire il mito di un nemico del Sud / Le industrie del Regno di Napoli / I peggiori 150 anni della nostra storia. L’unificazione come origine del sottosviluppo del sud /Il Sud dalla Borboniafelix al carcere di Fenestrelle. Perché non sempre la storia è come ce la raccontano. Ultimo in ordine di tempo, Noi, i neoborbonici! Storie di orgoglio meridionale ha ottenuto successo e consensi tanto da esaurirne le copie in tutte le librerie: al momento è in ristampa.
Nel 300esimo anniversario della nascita di Re Carlo, ritieni che sia stato celebrato degnamente?
Per i 300 anni di Carlo di Borbone, uno dei re più apprezzati della storia non solo del Regno di Napoli ma del mondo, in qualsiasi altro Paese avrebbero celebrato la data con manifestazioni di carattere internazionale e in grado di attrarre anche milioni di turisti. Da noi pochi eventi. Forse la mostra allestita dai neoborbonici con il patrocinio della Real Casa di Borbone Due Sicilie e già vista da migliaia di persone (soprattutto tra i ragazzi nelle scuole) resterà una delle attività più utili e apprezzate. Re Carlo è il re della Napoli capitale mondiale e dei primati, dell’autonomia e dell’orgoglio, elementi preziosi ancora oggi.
A 155 anni dall’unità d’Italia la verità è ancora taciuta dallo stato italiano. Perché?
In questi anni le verità raccontate fin dal 1993 dal Movimento Neoborbonico, grazie al continuo lavoro di ricerca e divulgazione (volontario, appassionato e … gratuito) dei neoborbonici sono diventate “patrimonio comune” tra i meridionali (e non solo). Non è stato facile. Non sarà facile perché la cultura ufficiale vuole continuare a raccontare storie di subalternità e inferiorità del Sud per continuare a dimenticare il Sud. “Prima il Nord” è uno slogan non solo leghista e, per 150 anni, è servito per ridurre e tenere il Sud come colonia. «Siete stati sempre inferiori, arretrati ecc. ecc. » ed «Evitate pure di lamentarvi» sono le linee-guida italiane. Chiaro che la nostra linea sia l’esatto contrario con la possibilità che la strada possa finalmente essere quella della Memoria, dell’Orgoglio e poi del (vero) Riscatto.
Cosa è cambiato dalla nascita del Movimento a oggi?
In tanti si dicono neoborbonici o borbonici, ora. In tanti parlano di noi, anche nelle tesi di laurea o nei convegni recenti come quelli di New York. Nel mio nuovo libro ho semplicemente raccontato, nella prima parte, persone e fatti a volte anche divertenti o commoventi che hanno fatto la storia di questo movimento che davvero ha cambiato la storia. Nella seconda parte invece vengono trattate le questioni storiche più importanti con fonti e notizie aggiornate. In sintesi, dai famosi primati ai nostri soldati, dalle industrie alle scuole, dai “briganti” agli emigranti.
Progetti per il futuro, speranze e certezze?
Progetti? Continuare a fare ricerche e divulgazione nelle strade e nelle piazze, negli istituti penitenziari come nelle scuole e, intanto, continuare la campagna “comprasud” o la difesa (24 ore su 24) di Sud&meridionali nella speranza che i nostri figli e i nostri nipoti raccolgano quello che oggi stiamo seminando, nella certezza dei grandi risultati ottenuti e di quelli che otterremo. Non ci sono scorciatoie o compromessi e se dopo tutti questi anni restiamo il più antico, attivo e seguito movimento del mondo borbonico/duosiciliano/meridionalista vuol dire che è questa la strada giusta da percorrere magari insieme a … colleghi di storia&orgoglio, come quelli di Terronian! Se tutti ci daranno una mano su questa strada il riscatto del Sud sarà più facile da ottenere. E in tempi più rapidi di quelli che pensiamo …