Filosofi in campo tra storia del pensiero, bioetica ed impegno civile per combattere l’incomunicabilita’
Talvolta quando parliamo usiamo termini impropri, che non esprimono il significato che vorremmo comunicare. Ma, come dice Michele Murri in Ditegli sempre di sì, la celebre commedia di Eduardo De Filippo: “C’è la parola; perché non la dobbiamo usare?”
Così quando si dice“ Impara a prendere la vita con filosofia!”, laddove si usa erroneamente il termine filosofia per intendere che è consigliabile affrontare la vita senza lasciarsi troppo coinvolgere ma con superficialità… c’è la parola, perché non la dobbiamo usare?
In questo caso la parola filosofia andrebbe sostituita con indifferenza, distacco, stoicismo, menefreghismo, faciloneria, futilità, frivolezza e così via.
Se non impariamo a dare alle parole un significato comune rischiamo di alimentare tanta persistente incomunicabilità.
Allora chiariamo chi è il filosofo e, quindi, cosa è la filosofia
Filosofo è colui che insegna o studia la storia del pensiero , addivenendo egli stesso ad una propria formulazione su temi etici, estetici, gnoseologici, psicologici, metafisici, sociologici o politici.
Non è meno filosofo, però, colui che approccia la propria esistenza osservando dal didentro gli accadimenti quotidiani, non limitandosi a come semplicemente ci appaiono.
Oggi tanti sono i filosofi che hanno deciso di uscire dal proprio isolamento meditativo e scendere fra la gente dedicandosi talvolta ad un impegno civile.
Mi piace citare due filosofi, che mi onorano della loro amicizia: il Prof. Aldo Masullo, che propose agli intellettuali campani la sottoscrizione di un Manifesto con il quale li invitava a prendere parte alle vicende quotidiane ed il Prof. Pasquale Giustiniani con i suoi approfonditi studi di Bioetica, più che mai tema di grande attualità.
Così facendo il filosofo recupera la sua funzione primaria di ascoltare ed accompagnare l’interlocutore di turno lungo un percorso spesso insidiato da dubbi, perplessità, incertezze, paure, aiutandolo a trovare, con la socratica arte maieutica, le possibili risposte.
E’ così che nasce la figura del “consulente filosofico”, definizione più eccentrica, e forse superflua, per definire il filosofo, che è “consulente” di suo.
Il filosofo è un compagno di pensiero che si pone su un piano paritario, producendo, come ho detto in un mio piccolo saggio “Elogio della filosofia”, edito da Per Versi Editori, “una alternanza di ruoli dove a volte si è docenti, a volte discepoli, ma in fondo si finisce per essere sempre docenti l’uno dell’altro”. Ed ancora, “il giudizio del filosofo è sempre interrogativo, perché il giudizio del filosofo non è mai una risposta ma ancora e sempre una domanda”.
Ciò che caratterizza un atteggiamento filosofico, un modo di posizionarsi nei confronti della esistenza è il dubbio, ma anche la curiosità, che nasce dalla capacità di stupirsi.
“Chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere” e per questo motivo è filosofo, come dice Aristotele nella sua Metafisica.
Il dubbio è quanto mai vivificante, perché le nostre idee non giacciano come in un cassetto, col rischio di imputridirsi, per cui ogni tanto è producente tirarle fuori per un ripensamento che ci potrà convincere della loro validità o, magari, modificarle, arricchendole con l’esperienza successivamente acquisita.
Perciò, anche allorquando si ritiene di essere pervenuti ad una certezza, si deve sempre essere disponibili a ridiscuterla, se qualcun altro ci fa notare i punti di debolezza di una nostra idea.
E questa è la finalità della filosofia che come diceva Bertrand Russel “pur non sapendo rispondere a tante domande quante vorremmo, ha se non altro la capacità di porne, ad accrescere l’interesse del mondo, e a rivelarci la stranezza e le sorprese che stan nascoste sotto la superficie delle cose, anche di quelle più comuni, della vita d’ogni giorno”.
Ed ancora, con Schopenhauer, “i filosofi sono dei sonnambuli che disturbano quelli che dormono. Li svegliano dal sonno della pigrizia mentale, dell’accettazione passiva, del vegetare intellettualmente”.
E’ dalla filosofia che sono scaturite le varie scienze con le loro specificità ed anche nel caso in cui sono pervenute a risultati straordinari, sono pur sempre approfondimenti di una parte, mentre la filosofia ha come mission la conoscenza dell’uomo nella sua totalità, per cui è sempre la filosofia, con la sua tensione ed aspirazione conoscitiva, ad aprire lo spazio entro cui si muovono le singole scienze.
La filosofia, con la sua capacità di meravigliarsi e di dubitare, ci fa capire che non basta la conoscenza delle varie scoperte empiriche, ma va oltre perché ci spinge a rintracciare il senso della nostra esistenza, il perché , ovvero il motivo per cui si verifica o non si verifica un dato fatto.
Si è filosofi quando ci rendiamo conto che la certezza assoluta è degli stolti i quali ritengono di non avere più nulla da aggiungere alla propria conoscenza mentre è da un costante dialogo con gli altri che possiamo aspirare ad un arricchimento di noi stessi perché, non dimentichiamolo mai, la filosofia non è sofia ma appunto filosofia.
Aldo di Mauro