“Furore a Scena Aperta”. Terza serata a VillAmena con Francesca Rondinella e Giosi Cincotti
FURORE– Evitando di ricorrere alla vecchia formula degli spettacoli di canzoni essenzialmente intesi come motivo d’evasione, utilizzando, invece, gli spunti musicali come trait d’union con l’enunciazione dei problemi di un’anima sofferente ed un cuore tormentato, Francesca Rondinella, figlia e nipote d’arte, porta a VillaAmena, per la terza serata di “Furore a Scena Aperta” in programma sabato 9 agosto alle 20.30, “T’Angheria“, un lavoro che prova, tra musica, contaminazioni con il tango e poesia, a diventare il quadro di un’interiorità alla ricerca di quel sentimento chiamato amore. E così, giungendo sulla divina costiera in compagnia del maestro Giosi Cincotti, lo stesso che l’accompagna alla tastiera ed alla fisarmonica, Francesca Rondinella, per la rassegna diretta da Manlio Santanelli ed organizzata da Livia Coletta ed Ileana Bonadies, muovendosi fra i testi di una Napoli divisa tra Viviani e Bovio così come tra l’eri di E. A. Mario e l’oggi di Moscato e Scialò, prova a farsi strada in una rappresentazione che osserva la canzone più come metafora di cocenti realtà che come quadretto idilliaco per chi intende ancora sognare. Con i brani arrangiati dallo stesso Cincotti e volando lieve sui pezzi di Bruni e Palomba fino a planare sui lontani campi di Prevert con “Les feuilles mortes”, della Piaf con “La vie en rose” e di Chavela Vargas e Tomas Mendez con “Paloma Negra”, la passionale Francesca, offre le perle dei più grandi autori di ogni tempo e nazionalità, lasciando levare nell’aria, tra storie d’amore, ora amare e struggenti, ora allegre ed ironiche, il liberatorio effetto di un canto senza tempo e confini. Evitando di puntare sul solito spettacolo edulcorato, Francesca Rondinella, per la kermesse figlia de “Il teatro Cerca Casa”, seguendo le istruzioni del suo Dna e giungendo persino sulle sponde di quel mare che non bagna Napoli firmato Annamaria Ortese e di quel naviglio del milanese Gaber, regala nel breve arco di un’ora, le vibrazioni di una voce possente e melodiosa insieme ad un nuovo momento di spettacolo ricco di sensualità corporea e sonorità fatte femmina capace di penetrare nel più profondo dell’anima. Per tutti, infine, con la pelle ancora percorsa dai brividi di tante emozioni canore e con gli occhi inondati dal fascino del panorama della costiera, la consueta critica live di un giornalista esperto di teatro ed il gran finale con le delizie per il palato offerte dalla cuoca-padrona di VillaAmena, tra cui il timballo di maccheroni seguito da totani con patate, polpette di melanzane ed una generosa fetta d’anguria.
Giuseppe Giorgio