Il Cancro … lo stato dell’arte – parte 3^

di Bruno Provitera

In questa serie di articoli verranno esposti i limiti della chemioterapia  e della radioterapia in 5 tipologie di cancro cosiddetti solidi. L’argomento è complesso e la sua esposizione è necessaria per introdurre la medicina integrata, che non è certo miracolosa ma senza alcun dubbio migliora la qualità della vita dei malati oncologici con prognosi infausta.

 medicina integrata

I tumori solidi si manifestano, in tre fasi distinte:

la malattia iniziale, o localizzata, in cui è presente solo un unico tumore in un’unica sede;

la fase delle recidive, eventuale e successiva alla chirurgia, in cui la malattia si ripresenta, ma sempre e solamente nella sede in cui è comparsa per la prima volta;

la forma disseminata, in cui le cellule maligne sono uscite dall’organo di origine per colonizzare altri organi anche a distanza

Il concetto di guarigione, nel caso del cancro, è legato al fattore tempo: proprio perché nella maggior parte dei casi non si può essere del tutto certi che la malattia, sebbene localizzata, sia stata rimossa del tutto e che non vi siano in giro per l’organismo cellule maligne pronte a dare luogo a recidive locali o a metastasi, si considera generalmente guarita la persona che, dopo 5 anni dal termine delle cure, non manifesti più segni o sintomi di malattia. Per combattere il cancro la medicina ha a disposizione diversi strumenti, esaminiamo insieme i risultati raggiunti nel carcinoma del pancreas, del fegato e della mammella:

 CARCINOMA DEL PANCREAS

I tumori maligni del pancreas sono quasi sempre carcinomi. L’adenocarcinoma duttale rappresenta il 75% dei casi, molto più rari sono i sarcomi.

Rappresentano la quinta causa di decesso per neoplasie. La malattia diventa evidente quando è troppo tardi a causa della posizione anatomica del pancreas.

L’incidenza della malattia raddoppia nei fumatori rispetto ai non fumatori e nei diabetici rispetto ai non diabetici. Circa il 70% colpisce la testa del pancreas per cui i sintomi più frequentemente riscontrabili sono: Ittero ostruttivo progressivo, dolore epigastrico che si irradia al dorso, steaotorrea e perdita di peso.

Metastatizza facilmente il fegato, iperbilirubinemia e fosfatasi alcalina alterati; epatomegalia ed ascite, insorgenza di tromboflebiti superficiali e profonde. Amilasi elevata. CEA positiva, La conferma diagnostica della neoplasia si ha con l’ecografia dell’addome e alla TAC addominale. L’ERCP permette di raccogliere il succo pancreatico per l’esame citologico. Solo il 5% dei carcinomi è sottoponibile alla resezione chirurgica, negli altri casi si utilizzano trattamenti chirurgici cosiddetti palliativi quali la derivazione biliare attraverso l’ERCP o la derivazione biliare tramite PTC.

Nella stragrande maggioranza dei casi essendo questa neoplasia ad andamento subdolo l’intervento terapeutico è condizionato dal suo decorso. Infatti solitamente si prevede l’utilizzo di sintomatici .

Circa la chemioterapia i farmaci più usati sono: il 5 fluorouracile, l’adriamicina, la mitomicina, la isofosfamide e la streptozotocina. Una certa efficacia ha dimostrato l’utilizzo di 5 fluorouracile e la radioterapia combinata comportante una sopravvivenza media dei pazienti trattati pari a 16-20 mesi .

CARCINOMA DEL FEGATO

I tumori del fegato sono quasi sempre epiteliali, raramente mesenchimali. L’epatocarcinoma rappresenta l’85% di questi tumori.

Circa l’eziologia è risaputo che c’è assonanza con la cirrosi macronodulare post virale nel 70% dei casi e di quella post alcolica nel 10% dei casi. Una certa azione svolgerebbero anche le radiazioni ionizzanti. La forma primitiva è anche correlata alla aflatossina contenuta in alimenti avariati.

La sintomatologia più frequente è caratterizzata da: epatomegalia, dolenzia al quadrante epatico, calo ponderale, ascite, crisi ipoglicemiche, ittero sporadicamente.

La diagnostica di laboratorio evidenzia: l’ ALFA FETOPROTEINA alta.

La diagnostica strumentale prevede: l’ECOGRAFIA dell’addome, la TAC dell’addome, l’ARTERIOGRAFIA in alcuni casi, l’AGOBIOPSIA del fegato per esame istologico del tessuto aspirato.

Molto importanti e alquanto frequenti sono le lesioni secondarie del fegato legate alla diffusione di metastasi a partire da molti carcinomi primitivi come quello del POLMONE, della MAMMELLA, del COLON, dello STOMACO, del RENE e del PANCREAS.

L’aumento del volume epatico è un segna clinico frequente. Il fegato non duole , occorre ricercare la presenza di linfonodi con le indagini strumentali e o le metastasi cutanee.

Gli esami di funzionalità  epatica mostrano solitamente un incremento della fosfatasi alcalina e della bilirubina.

La diagnosi viene effettuata con l’ecografia o la scintigrafia con isotopi che mostrano molteplici difetti di riempimento. Una biopsia eco o TAC guidata può risultare utile per confermare la natura delle lesioni.

E’ opportuno ricordare che la presenza di metastasi multiple costituiscono di solito un segno prognostico

In queste patologie la chirurgia ha dimostrato una certa efficacia quando la lesione è solitaria e non supera i due centimetri, In questi casi si pratica la resezione del LOBO EPATICO. Purtroppo il risultato complessivo è scarso visto che la sopravvivenza media dei pazienti così trattati è di circa 1 anno.

La chemio-embolizzazione si pratica quando il nodulo è unico in questo caso è efficace . Quando i noduli sono eteroplastici e più di uno comportano le stesse risposte , il 20 %  di sopravvivenza paragonabile ai trattamenti chemio sistemici. Altri trattamenti sperimentati sono stati quelli che prevedono un ciclo chemioterapico con cis-platino, doxorubicina, la resezione chirurgica dopo 4 cicli poi nuovamente due cicli di chemioterapia.

CARCINOMA DELLA MAMMELLA

Viene considerato il tumore femminile più frequente, sono stati individuati, anche per questa forma tumorale, alcuni fattori di rischio: razza bianca, l’alimentazione, l’ambiente, il tenore di vita, le abitudini sessuali, la familiarità, i virus, alcune condizioni ormonali quali:iperestrogenismo, iperprolattinemia, insufficienza luteale, le radiazioni, il mancato allattamento, la mastopatia fibrocistica, il diabete mellito, l’ipotiroidismo e l’obesità.

Sul piano anatomo patologico conosciamo i seguenti carcinomi :

CA SCIRROSO:  DURO – RETRAENTE – TALVOLTA ULCERATO –  MICROSCOPICAMENTE  DUTTALE  ED  INFILTRANTE.

CA GELATINOSO:  ROTONDEGGIANTE – MOLLE – MICROSCOPICAMENTE MIDOLLARE

CA DUTTALE INFILTRANTE: MASTITE CARCINOMATOSA: ASPETTO INFIAMMATORIO CON CUTE A BUCCIA D’ARANCIA-

 CA DI PAGET:  LESIONE ECZEMATOSA LOCALIZZATA AL CAPEZZOLO O ALL’AREOLA-  MICROSCOPICAMENTE DUTTALE INVAS CON CELLULE A PALLA.

La terapia elettiva è quella chirurgica, ad essa si associa a seconda dei casi radio, ormono e chemioterapia in varie combinazioni. Nonostante gli sventolati successi ricordiamo che in ogni caso di cancro mammario metastatizzato la inefficacia dei vari protocolli impiegati è confermata dall’esperienza oncologica.

Fine terza parte

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La rubrica Corpus sanus è curata dal dottor Bruno Provitera – Endocrinologo chirurgo – Patologo Clinico – Esperto in medicine Integrate