Il triste rudere di Villa Lauro Lancellotti
di Francesco Bartiromo
L’antica Villa Lauro Lancellotti di Portici faceva parte del complesso residenziale del Miglio d’Oro sviluppatosi a seguito dell’insediamento di re Carlo III di Borbone durante il Settecento, quando il sovrano scelse proprio la cittadina vesuviana come residenza estiva.
La decisione del re Carlo comportò una progressiva colonizzazione di Portici da parte della nobiltà napoletana, che costruì le proprie dimore principalmente lungo l’attuale corso Garibaldi, godendo così di un favorevole accesso mare.
Costruita nel 1776 su progetto di Pompeo Schiantarelli, architetto romano allievo di Ferdinando Fuga, la Villa fu commissionata dal principe Scipione di Lancellotti ed è tuttora proprietà della famiglia. Dopo la morte nel 2006 dell’ultima abitante Natalia Lauro Lancellotti, che negli anni Novanta aveva già lasciato la Villa, cominciò un progressivo stato di fatiscenza culminato nei recenti crolli che l’hanno ridotta ad un triste rudere.
Durante il suo periodo di abbandono il Palazzo fu più volte saccheggiato e vandalizzato: ne venne compromessa la sua integrità tanto da spingere l’Amministrazione comunale di Portici a murarne accessi e finestre in attesa che i proprietari decidessero del suo destino.
Accadde così che nel pomeriggio del 17 marzo del 2011, durante le celebrazioni del 155esimo anniversario dell’Unità d’Italia, a seguito di un violento temporale la facciata centrale della Villa Lancellotti crollò. Le macerie si riversarono sul marciapiede e sulla carreggiata del corso Garibaldi, seppellendo anche un automobile che sostava di fronte. Il proprietario dell’auto riuscì a fuggire appena in tempo prima d’esser travolto dal crollo. Fortunatamente non vi fu nessuna tragica conseguenza.
L’integrità strutturale dell’edificio, oramai seriamente compromessa già da diverso tempo, e le violente piogge torrenziali che interessarono i comuni vesuviani in quei giorni del marzo 2011 diedero dunque il colpo di grazia alla villa settecentesca, già vittima dall’incuria dei proprietari e delle autorità competenti, inevitabile destino di qualsiasi antico edificio abbandonato a sé stesso.
Il sito fu messo subito in sicurezza e attualmente è opportunamente transennato, ma nulla è stato fatto per riqualificarlo. Purtroppo, oltre gli interventi prontamente eseguiti, l’Amministrazione comunale porticese non può effettuare alcun altro intervento. La responsabilità in primis è dei proprietari e poi della Fondazione Ente Ville Vesuviane e della Soprintendenza.
E così i danni del disastroso crollo del 2011 sono ancora ben visibili: tutta la facciata superiore e buona parte del solaio non esistono più, lasciando esposto all’aria il salone centrale.
Oramai ben poco è rimasto dell’antica bellezza della settecentesca Villa Vesuviana, che per la cura delle sue particolari decorazioni era considerata tra le più affascinanti del Miglio d’Oro. Ad esempio la volta del salone del piano superiore presentava splendidi affreschi che ritraevano scene di vita cinese, andate in parte distrutte. Quel che ne resta è tutt’ora visibile dalla strada, tristemente esposto alle intemperie.
