LA DIVERSITA’ DI FRANCESCO SOCIEVOLE

La “diversità”
20170327_20535120170327_211916Non giudicare sbagliato ciò che non conosci, prendi l’occasione per comprendere.”
Pablo Picasso
Si può tranquillamente affermare che il termine “Diversità” non solo rientra fra i “Valori
fondamentali del Rotary”, ma che lo stesso è insito, profondamente, nel DNA della nostra
organizzazione fin dalla sua fondazione.
I primi soci del Rotary Club Chicago One svolgevano, infatti, professioni diverse (avvocato,
commerciante di carbone, ingegnere minerario e sarto) praticavano un diverso credo
religioso (protestante, cattolico, ebraico) e appartenevano a diversa nazionalità
(americana, tedesca, svedese e irlandese).
Alla base del Rotary, costituito da una rete globale di donne e uomini di buona volontà, vi è
la diversità che comporta l’inclusione di persone appartenenti a etnie e culture diverse che
s’integrano nella nostra associazione e la rendono forte grazie alla ricchezza delle
specifiche esperienze e delle diverse competenze.
Il Rotary è, pertanto, un magnifico esempio di come possano coesistere le diversità
culturali, religiose, etniche e di genere grazie allo spirito di tolleranza presente negli
associati e che alimenta l’accettazione delle differenze.
Il pensiero rotariano c’insegna ad accettare la differenza e c’invita a evitare d’improntare i
rapporti su considerazioni e prese di posizioni superficiali o di poco conto – quali il colore
della pelle e/o la lingua parlata – bensì ad approfondire ciò che è veramente importante e
che ci lega l’uno all’altro: siamo essere umani che, fin dal primo istante di vita, abbiamo
bisogno dell’altro.
La diversità’, spingendoci a mettere noi stessi a confronto con l’altro, diventa
arricchimento personale e sociale e, attraverso la conoscenza, ci porta al superamento dei
pregiudizi atavicamente presenti in noi e ad accettare l’altro – il “diverso” – che, di volta in
volta, può essere lo straniero o chi non conosciamo che, pertanto, ci fa paura.
L’approfondimento delle altre culture e la conoscenza che si può avere attraverso il dialogo
generato dall’incontro, ci aiutano a far crescere la comprensione delle diversità e a farcela
percepire positivamente come dono che stimola il progresso dell’umanità basato
sull’eguaglianza delle diverse culture e non sull’egemonia di una di esse in particolare.
La diversità che riconosce l’intera gamma delle potenzialità umane diventa un potente
stimolo all’innovazione.
La diversità che, nel Rotary è statutariamente determinata dal sistema delle classifiche, si
traduce, nei nostri club, in un pluralismo di presenze rappresentative del maggior numero
possibile di categorie professionali e di attività utili alla comunità. Una pluralità che però,
attraverso una più bilanciata presenza della diversità di genere, deve prevedere una
maggior percentuale di donne, per come da qualche tempo il Board del Rotary pone
l’accento nelle sue comunicazioni.
Oggi, alla luce di un effettivo anagraficamente sbilanciato verso l’alto, è opportuno – anzi
necessario – pensare anche a una diversificazione anagrafica che preveda una maggiore
presenza di soci sotto i quarant’anni. Un Rotary rinnovato nella continuità dei suoi valori
fondamentali, in sintonia con una bella affermazione di Victor Hugo: “La tradizione è fatta
di radici e tronco che a ogni primavera devono generare rami, germogli, fiori e frutti
sempre nuovi”.
Tutto ciò, unitamente alla rappresentanza delle varie professioni, culture, etnie e religioni
presenti nell’ambito operativo del club, serve a riguadagnare una profonda conoscenza del
proprio territorio e a stimolare una capacità di servizio che si concreta in azioni che
contribuiscano al rinnovamento e miglioramento della comunità locale e mondiale.
La speranza che ciò si avveri, risiede nella consapevolezza che i nostri giovani – abituati al
dialogo e all’incontro con persone di altra estradizione culturale, di diverso genere e colore
della pelle – sono portatori di tolleranza e di spirito d’inclusione, pronti a riconoscere la
ricchezza di una cultura piena di valori contrastanti.
Il Rotary ritiene fondamentale l’accettazione e la coesistenza delle diversità per
raggiungere il suo principale obiettivo: la comprensione fra gli uomini e la pace fra i popoli.
Nel libro “This Rotarian Age” scritto da Paul Harris nel 1935, a tal proposito si legge: “Il
Rotary, nel suo sforzo di promuovere la comprensione fra i popoli, fa ricorso agli stessi
mezzi che ebbero successo agli inizi del movimento: i rapporti di amicizia. L’unica
differenza essenziale sta però nel fatto che, allora, l’esperimento coinvolse rappresentanti
di razze diverse e gruppi religiosi operanti in un’unica città, mentre oggi hanno preso
parte alla gloriosa avventura cittadini di quasi tutte le nazioni del mondo”.
Ciò impone che i soci dei nostri club posseggano e mettano in pratica alcuni importanti
requisiti.
Prima di tutto il Rispetto dell’altro che implica la sua conoscenza e ci porta, pur non
condividendola, all’accettazione della sua cultura e delle sue tradizioni, facendoci
intraprendere quella via la ”inculturazione” indicata dal missionario gesuita Matteo Ricci.
Poi, l’Eguaglianza intesa come la logica della parità che deve far capire a tutti gli
individui che il mio vicino, “l’altro”, deve avere gli stessi miei diritti.
Rispetto ed eguaglianza si sostanziano nella Solidarietà verso chi ti sta vicino e,
comunque, essendo connessi da una rete globale non c’è più permesso un comportamento
indifferente rispetto ai bisogni dell’altro che soffre per fame, per malattia o perché è un
perseguitato politico. L’Umiltà diventa un atteggiamento necessario per apprendere e
insegnare a riconoscere e valorizzare le potenzialità presenti in ogni civiltà umana. Infine
la Tolleranza rappresenta l’essenza per garantire la convivenza in una società
multiculturale, attraverso il reciproco riconoscimento di una pari dignità, e rappresenta la
premessa per lo sviluppo del confronto e del dialogo fra diversi.
La Tolleranza è l’armonia delle differenze e facilita il passaggio dalla cultura della forza alla
cultura dell’intesa e della conciliazione.
Più volte Paul Harris ci ricorda che il Rotary è nato dallo spirito di tolleranza senza
restrizioni di fede religiosa o politica, con assoluto rispetto dell’opinione altrui.
Ne consegue che l’appartenenza al Rotary implica che ciascun socio, indipendentemente
dall’ambiente culturale cui si sente legato, possa perseguire le sue convinzioni frutto di
un’onesta ricerca ed esperienza di vita, ma non criminalizza il dissenso, non ha mentalità
dogmatica ma è rispettoso dell’altrui opinione.
I nostri club sono nati per essere luoghi di sereno confronto, un laboratorio di umanità,
dove crescono e si formano donne, uomini e giovani capaci d’illuminare la via
dell’eguaglianza fra tutti, della solidarietà, della difesa della dignità umana e della libertà.
Ritorniamo al Rotary dei Pionieri dedicandoci al “civic work” e continuiamo a guardare
avanti, con fiducia ed entusiasmo, per affrontare le sfide ancora da vincere e creare le
condizioni per garantire l’armoniosa coesistenza di tutte le diversità, che è la migliore
garanzia per una pace duratura.
Un’utopia irraggiungibile? No, il Rotary rende possibile l’impossibile.
Francesco Socievole