La lunga storia della Scuola Agraria di Portici
di Francesco Bartiromo
La Scuola Superiore di Agricoltura di Portici fondata nel 1872, con sede all’interno della Reggia rappresenta un importante punto di riferimento per le scienze agronomiche del Mezzogiorno d’Italia, e non solo, tanto da esser stata incorporata successivamente nel complesso delle sedi universitarie dell’Università degli Studi di Napoli nel 1935, poi Federico II, quando divenne a tutti gli effetti Facoltà di Agraria.
Numerose sono le figure illustri che si sono avvicendate alle cattedre dell’Istituto, tra i primi è doveroso ricordare Nicola Antonio Pedicino (San Giuliano del Sannio 1839 – Napoli 1883), che fu il “costruttore materiale” dell’Orto Botanico di Portici.
Venne incaricato direttamente da Carlo III di Borbone (dal 1759 è re di Spagna, ove muore nel 1716), e realizzò l’Orto botanico inglobandolo armonicamente con i giardini reali del parco superiore.
Lo stesso Pedicino fu il primo ad essere richiamato da Vittorio Emanuele II di Savoia (re d’Italia dal 1861 al 1878) a Portici per dirigere la cattedra di Botanica nella nuova scuola: una delle serre ancora presenti nell’Orto botanico è appunto dedicata a suo nome. Il parco superiore è invece dedicato al rinomato botanico italiano Giovanni Gussone (1787-1866) che per molti anni lavorò al Real Orto botanico di Napoli.
Autore di diverse pubblicazioni di istologia, anatomia, algologia ed ecologia, Pedicino fu professore di botanica anche all’Università di Roma nel 1877.

Nel secolo successivo l’istituto entrò a far parte del complesso delle sedi dell’Università di Napoli Federico II. Fu così che nel 1935 venne istituita la Facoltà di Agraria.
Fu proprio nel secolo scorso che con l’Istituto Superiore Agrario iniziarono le varie collezioni che tutt’ora è possibile visitare, come la collezione del Museo Entomologico dedicato a Filippo Silvestri.
Con l’assegnazione di tre riquadri del Parco Gussone l’estensione dell’Orto Botanico di Portici ha raggiunto i 20mila m² dove sono state create le aree del palmeto, del felceto con un piccolo laghetto e in uno spazio di circa 1000 m² riservato alle serre riscaldate dedicate alle collezioni di piante succulente.
Il Sito ha così acquisito la peculiarità di un luogo in cui convivono pregevoli testimonianze storico-architettoniche dell’epoca borbonica ed importanti collezioni di piante provenienti da diverse zone del mondo.
La serra delle succulente, in particolare, rappresenta senza dubbio il fiore all’occhiello dell’Orto Botanico di Portici: ospita infatti oltre 400 specie di piante provenienti dai deserti africani ed americani.

Durante la Seconda Guerra Mondiale la Reggia e i suoi giardini vennero occupati dalle truppe alleate, con la conseguente distruzione di numerose piante. Dal 1948 le collezioni della Facoltà di Agraria vennero restaurate e ampliate.
Dell’impianto originario dei giardini oggi rimangono soprattutto le opere architettoniche costituite dai muri di cinta su cui sono collocati busti marmorei; dalla Fontana della Vittoria, ornata alla base da tritoni e sirene e sormontata da una statua di scavo raffigurante la dea Flora di cui l’originale attualmente è esposta all’Herculanense Museum – e dai 16 cassoni che occupano la parte perimetrale del giardino.

Recentemente il Dipartimento di Agraria è molto attivo anche inattività sociali: numerose sono infatti le iniziative a “porte aperte” del parco superiore che apre il Palazzo e i suoi suggestivi giardini a visitatori d’ogni luogo, all’interno dei quali vengono spesso organizzate fiere e convegni. Inoltre in occasione del Natale gli spazi esterni della Reggia da alcuni anni a questa parte diventano lo scenario del suggestivo Presepe Vivente.
Attualmente lo storico edificio borbonico è ancora soggetto ad opere di ristrutturazione, orientato sempre più a diventare un sito di aggregazione socio-culturale e non più solo sede universitaria.