La più grande diva italiana del cinema muto
di Francesco De Crescenzo
Chi se non lei, Francesca Bertini, nome d’arte di Elena Vitiello, classe 1982 figlia del commerciante napoletano Arturo Vitiello e di Adelaide Saracini, fiorentina, fu la più grande diva del cinema muto?
La Bertini cominciò a recitare al Teatro Nuovo di Napoli. Aveva una piccolissima parte: quattro battute, ma venne comunque notata da un cineasta e scelta, nel 1910, per sostenere il ruolo di Eleonora in una versione cinematografica dell’opera lirica Il Trovatore.
Nel 1914 “donna Francesca” venne scritturata dalla Tiger Film per duecento lire al mese. Tre anni dopo passò alla Cesar, che la compensava con duecentomila lire a film.
Poi, nel 1919, firmò il contratto più sensazionale per quei tempi: due milioni per otto pellicole da realizzarsi in dodici mesi.
Quando andava a passeggio, la gente si fermava ad ammirarla e l’applaudiva, dai più lontani Paesi del mondo le pervenivano messaggi calorosi: venivano semplicemente indirizzati a “Francesca Bertini-Roma”.
Fu nel 1922, quando era ormai all’apice della sua carriera, che Francesca Bertini si sposò e si ritirò a vita privata in una villa patrizia vicino Firenze.
Quand’era famosa in tutto il mondo, fu diva capace di influire anche sul costume: a Parigi le case di moda lanciavano i cappelli “alla Bertini”, i mantelli, le pettinature, persino la camminatura. I giornali stranieri la definivano «The most beautiful woman in Europe».
Poi, dopo tanti anni, nel 1976 tornò sul set per una breve parte. Era la stessa dell’epoca del muto: sembrava che per lei il tempo non fosse passato. Rimase sempre una bellissima donna.
«Ho novant’anni – disse il giorno del suo compleanno – e sono ancora una dea … »
Morì a Roma il 13 ottobre 1985.
(Fonte bibliografica: Da Totò a Troisi di Sergio Lori)