La strana tradizione del pesce d’aprile
di Francesco Bartiromo
Come ogni anno il primo aprile non si sprecheranno le burle di ogni tipo, sia gli innocenti scherzi tra amici ma anche quelli di portata nazionale sfruttando la cassa di risonanza dei mass media e, soprattutto in quest’ultimi anni, il potere dei social network, capaci di rendere virali in pochissimo tempo i “pesci d’aprile” inoltrati nel web.
Ma da dove proviene questa tradizione? E che relazione c’è con la data del primo giorno d’aprile?
Le probabili origini di questa bizzarra ricorrenza vanno ricercate in epoca arcaica, precisamente nel XVI secolo d.C.
In quasi tutta Europa il nuovo anno cominciava con l’equinozio di primavera. Le celebrazioni del capodanno duravano diversi giorni: cominciavano verso il 25 marzo e continuavano per una settimana culminando l’1 aprile, quando il sole lasciava la costellazione dei Pesci per entrare nella costellazione dell’Ariete, iniziando così il nuovo ciclo e il nuovo anno.
Le cose cominciarono a cambiare quando nel 1582 venne introdotto da Papa Gregorio XIII il nuovo calendario, detto poi gregoriano, che spostava l’inizio del nuovo anno al primo gennaio. Questo cambiamento comportò un lungo periodo di confusione in quanto non tutti erano preparati a festeggiare il capodanno in quella nuova data. Molti continuarono a celebrarlo nel periodo dell’equinozio di primavera, e così accadde che per un certo periodo i due capodanni convivessero nello stesso anno a quattro mesi di distanza.
Gli irriducibili che non si conformarono al calendario gregoriano, oramai divenuto ufficiale, divennero oggetto di scherno da parte della comunità con scherzi di vario genere: venivano invitati a feste inesistenti oppure – usanza che si diffuse soprattutto in Francia – ricevevano pacchi da regalo vuoti con all’interno dei bigliettini che riportavano la scritta Poisson d’Avril, a simboleggiare l’inesistente festa di capodanno del primo aprile.
Le burle in certi casi divenivano delle vere e proprie truffe in quanto alcuni proprietari terrieri, pur consapevoli dell’adozione del nuovo calendario, si facevano pagare i contributi anche il primo aprile dai contadini inconsapevoli, riscuotendo così due volte le tasse annuali.
L’origine dell’espressione “pesce d’aprile” non è ben definita; l’ipotesi più comune è che chi cadeva nella burla abboccava all’amo come un pesce, ma più probabilmente il termine si riferisce alla costellazione dei Pesci che nel calendario pre-gregoriano chiudeva l’anno.
Nel corso della storia si sono avvicendati pesci d’aprile clamorosi, soprattutto nel ventesimo secolo. Tra i più noti ricordiamo quello del 1956 della BBC che trasmise un reportage su una presunta invenzione in grado di “trasmettere gli odori” nell’etere, o della scoperta di una nuova razza di pinguini volanti, sempre opera della BBC.
Anche a Napoli, città cui non manca di certo la fantasia, il primo aprile diventa occasione per fare festa: lo scorso anno in alcuni quartieri comparvero numerose bancarelle di pesci di cioccolato.
Maè soprattutto grazie ai social network che si deve una maggiore diffusione dei pesci d’aprile. Tra i più clamorosi ricordiamo il filmato di uno spettacolare quanto improbabile crollo della Torre di Pisa che impazzò nel web nel 2014.