L’ARTE CONTEMPORANEA RITORNA PROTAGONISTA A NAPOLI
Il sindaco Gaetano Manfredi:
“Questo progetto di arte contemporanea si avvale della collaborazione di altre realtà attive in città come l’Accademia di Belle Arti e il Conservatorio di San Pietro a Majella e porterà una serie di installazioni posizionate all’aperto in alcuni luoghi importanti e anche riscoperti.
Un lavoro che è frutto di una grande cooperazione istituzionale e che punta a riportare dei segni dell’arte contemporanea nelle strade della città e ad avviare un discorso -ovviamente in cooperazione con le altre istituzioni culturali e museali che abbiamo a Napoli- per riprendere questo filo conduttore che per la contemporaneità del nostro territorio è molto importante”.
Il coordinatore Sergio Locoratolo:
“Questa è la prima vera programmazione nell’ambito dell’arte contemporanea che il Comune fa rispetto agli anni precedenti, definendo non più interventi sporadici ma un programma strutturato e compiuto.
Quali sono i principi cardine di questa programmazione:
– in primo luogo, la definizione della vocazione delle moving art. Prima si facevano tante cose nei vari siti senza determinare quali fossero le vere e proprie vocazioni per ciascuno di questi siti ed è una cosa che abbiamo definito;
– il secondo profilo è lavorare sulle infrastrutture dei siti culturali. Come sapete per molti anni i siti culturali sono stati abbandonati, senza nemmeno la manutenzione ordinaria; quest’anno per la prima volta e stata avviata la manutenzione ordinaria e tra il 2023 e il 2024 procederemo con i lavori a San Domenico Maggiore, al PAN, al Maschio Angioino e a Castel dell’Ovo, quindi un lavoro importante sulle infrastrutture;
– il terzo punto è quello di portare l’arte in città, quindi non l’arte della città, ma l’arte nella città e, come vediamo anche dal programma di oggi, pensiamo a installazioni che mettano a contatto più diretto e più vivo la cittadinanza e i turisti con l’arte nella città intesa come i territori di tutte le Municipalità.
Poi certamente c’è un problema di spazi, che sono ancora pochi e ne cercheremo di conquistare altri, anche in partnership con i privati. Un’anticipazione in tal senso è che stiamo per chiudere un protocollo per la riapertura della Chiesa di San Giacomo, proprio nel palazzo del Comune, in piazza Municipio, un luogo anche simbolicamente importante, dove il Comune potrà ospitare, sulla base dell’accordo fatto con l’Arciconfraternita che gestisce la chiesa, mostre e altri eventi di natura culturale e questo è un altro spazio molto importante che abbiamo conquistato e di cui la città potrà godere”.
Il consigliere Vincenzo Trione:
“Il progetto al quale abbiamo lavorato ha l’obiettivo di riaffermare con forza la vocazione contemporanea di Napoli, che resta una delle più straordinarie capitali della contemporaneità.
Ci siamo mossi su due grandi traiettorie.
La prima traiettoria: i progetti di lunga durata. Ritengo che un’amministrazione pubblica abbia il dovere di impegnarsi per valorizzare i propri beni. Ecco che abbiamo costruito un progetto del Polo del contemporaneo, che avrà il suo centro al Pan, destinato a diventare il primo museo dell’immagine (dalla fotografia al cinema, al digitale) a livello internazionale. Dall’altro lato, il Pan avrà un dialogo stretto con la Casina Pompeiana, dove si terranno performance, eventi, happening.
Da settembre il Pan sarà chiuso per lavori strutturali fino all’autunno del 2024.
Inoltre, vogliamo dare anche segni immediati. Abbiamo costruito il progetto ‘Open/l’arte in centro’, nel quale abbiamo invitato artisti di grande rilievo: Antonio Marras, Michelangelo Pistoletto e Gaetano Pesce per realizzare, ad hoc per Napoli, installazioni in luoghi pubblici, in modo che l’arte possa farsi occasione di coinvolgimento per l’intera comunità. Cambiare parti di città attraverso l’arte”.
Comunicato stampa
L’arte contemporanea torna protagonista a Napoli, che diventa così ‘capitale dell’oggi’. Nell’ambito
della strategia culturale elaborata sin dal suo insediamento dal sindaco Gaetano Manfredi, prende il
via l’articolata programmazione Napoli contemporanea composta di mostre e installazioni. A curarla
dal punto di vista critico, il consigliere del sindaco Vincenzo Trione. L’obiettivo ambizioso è rafforzare la
vocazione al contemporaneo della città attraverso una serie di iniziative pensate appositamente per gli
spazi pubblici e i siti museali da alcuni dei protagonisti dell’arte del nostro tempo.
Il programma è costruito come frutto del dialogo avviato con l’insieme dell’offerta museale cittadina
esistente, ridefinendo e differenziando l’identità dei luoghi scelti ed evitando possibili sovrapposizioni.
Alla luce dei lavori di ristrutturazione in corso nei diversi siti museali e nell’attesa di destinare nuovi
spazi all’arte, numerose iniziative sono state concepite per abitare, sin da subito, i luoghi all’aperto e
gli ambienti espositivi virtuali. La volontà del sindaco e di tutta l’Amministrazione comunale è creare
una relazione diretta con la cittadinanza. In questa prospettiva, la stagione del contemporaneo
contribuisce ad alimentare un processo di riqualificazione urbana che vede il coinvolgimento di
artisti di alto profilo, nazionali e internazionali, e di personalità appartenenti a differenti generazioni
che operano nel territorio, chiamandole a intervenire in piazze, strade, chiostri, quartieri.
Ogni progetto nasce anche in collaborazione con le realtà attive in città, come l’Accademia di Belle
Arti di Napoli e il Conservatorio di San Pietro a Majella, con l’intento di incentivare la formazione dei
giovani e la crescita progettuale e professionale del tessuto culturale e artistico del territorio.
I luoghi del contemporaneo
Individuare differenti potenzialità per i diversi spazi espositivi consentirà di creare i presupposti
per uno scenario dinamico e trasversale, dove sperimentazione e ricerca convergano, in grado
di intercettare e promuovere le nuove tendenze dell’arte contemporanea, per fare di Napoli una
capitale dell’arte d’oggi. A dare l’avvio alla programmazione saranno alcuni interventi destinati a
luoghi simbolici del centro storico.
Open. L’arte in centro
Nell’ambito del progetto che raccoglie tutte le installazioni e le mostre negli spazi pubblici
del centro storico, verranno inaugurati:
• un’installazione di Antonio Marras, dal titolo Questi miei fantasmi, realizzata al vico
di San Pietro a Majella e alle Rampe del Salvatore, in collaborazione con l’Università
degli Studi di Napoli Federico II, l’Accademia di Belle Arti di Napoli e il Conservatorio
di San Pietro a Majella. L’installazione è accompagnata da un workshop, tenuto
presso la FOQUS-Fondazione Quartieri Spagnoli, dall’artista con 200 studenti
dell’Accademia di Belle Arti di Napoli;
• una versione originale, in scala monumentale, della Venere degli stracci di
Michelangelo Pistoletto, una delle opere più iconiche dell’arte del Novecento,
pensata appositamente per Piazza Municipio;
• un’installazione di Gaetano Pesce per la Rotonda Diaz in collaborazione con il
Conservatorio di San Pietro a Majella.
PAN
Tra i principali siti museali inseriti nel programma, il PAN diventerà il primo Museo
dell’immagine a livello internazionale: un centro espositivo in cui approfondire il ruolo delle
immagini nel panorama artistico contemporaneo. Nelle sue sale si alterneranno mostre
dedicate alla fotografia, alla digital art e alle nuove tecnologie, che porranno in relazione
nuovi media con i linguaggi tradizionali dell’arte.
Oltre a essere un luogo espositivo, grazie a laboratori e spazi adibiti allo studio e alla
sperimentazione, il Museo dell’immagine intende imporsi come vero e proprio centro di
ricerca dove indagare le nuove frontiere del panorama visivo e ospitare progetti artistici
internazionali tesi a esplorare lo statuto delle immagini.
Durante il periodo di restauro del PAN, una partnership con il Meet – Digital Culture Center
di Milano consentirà la realizzazione di una sperimentale Project Room in Metaverso
destinata a diventare una sala permanente del museo.
Casina Pompeiana
Alla programmazione del PAN sarà affiancata quella della Casina Pompeiana, che si
propone come la nuova casa della performatività contemporanea. Già alla fine degli
anni Novanta, quando il Comune ne aveva acquisito la gestione, questo spazio aveva
ospitato un programma espositivo all’avanguardia, con una serie di mostre che miravano
a veicolare nuovi contenuti nella scena artistica napoletana. Riprendendo l’originaria
vocazione sperimentale, ci si propone di trasformare la Casina Pompeiana in un luogo
nel quale ci si possa confrontare, anche attraverso modalità laboratoriali e pratiche
collettive, con le ultime tendenze dell’arte contemporanea. Un modo per affrontare un
ambito centrale del panorama artistico attuale e colmare un vuoto nella programmazione
culturale della città. A inaugurare questo spazio sarà Ernesto Tatafiore, che interverrà con
una sequenza di opere riprodotte sulle facciate della Casina Pompeiana.
Chiesa di San Severo al Pendino
Mostre e installazioni site-specific verranno progettate da artisti italiani e internazionali
negli spazi della Chiesa di San Severo al Pendino creando un significativo connubio tra
l’unicità dell’architettura e l’intervento artistico. A inaugurare lo spazio sarà una suggestiva
opera di Claudio Parmiggiani ispirata alla memoria sacra del luogo.
Progetti speciali
Alcuni progetti speciali arricchiranno la programmazione, con l’obiettivo di valorizzare interventi in
dialogo con le architetture, cogliere le opportunità offerte dai finanziamenti ministeriali e provare a
costruire narrazioni fotografiche capaci di rileggere l’immagine della città. Tra le prime iniziative che
verranno realizzate:
Maschio Angioino
Verrà installata l’opera originale dell’artista Francesco Vezzoli, Lacrime di coccodrillo,
vincitrice del Bando Piano per l’Arte Contemporanea, finanziato dal PAC della Direzione
Generale Creatività, ideata appositamente per gli spazi del Museo Civico di Castel Nuovo.
L’opera consisterà in una scultura site-specific concepita come pezzo unico, ispirata dalla
leggenda narrata da Benedetto Croce sul coccodrillo grazie al quale la Regina Giovanna II
faceva sparire gli amanti sgraditi.
Colonnato della Basilica di San Francesco di Paola
Verrà attivato il progetto di illuminazione del colonnato della Basilica di San Francesco
di Paola a Piazza Plebiscito, firmato da Paolo Sorrentino e Daria D’Antonio, ideato in
occasione della realizzazione del film, È stata la mano di Dio, nel 2021.
BIASIUCCI LAB – Campagna fotografica a cura di Antonio Biasiucci
A un gruppo di giovani fotografi napoletani, guidati da Antonio Biasiucci, verrà affidato il
compito di restituire un ritratto della Napoli d’oggi attraverso una campagna fotografica.
BIASIUCCI LAB ha come oggetto le 10 municipalità di Napoli a cui è stata aggiunta una
municipalità “ideale”, quella del mare. Le periferie, le zone centrali, il lavoro, i giovani, i
costumi, la cultura sono i temi sui quali, per circa un anno, i fotografi si concentreranno,
utilizzando ognuno il proprio linguaggio. Ogni luogo o aspetto diventerà per gli abitanti
specchio in cui rivedersi e rinsaldare così la propria appartenenza al posto in cui vivono.
In questo senso, nei mesi di lavorazione, verrà attivata una forte connessione con il
territorio, attraverso il coinvolgimento della popolazione, delle associazioni e delle realtà
dei quartieri.
La campagna fotografica, inoltre, intende valorizzare le competenze dei giovani fotografi
e produrre scatti capaci di rappresentare il presente e restituire un documento artistico e
storico inedito, libero da qualsiasi retorica. Le fotografie verranno raccolte in un volume e,
in seguito, in una mostra.
BANDI
A breve sarà pubblicato un bando per il sostegno economico a progetti d’arte. Obiettivi: valorizzare
la creatività locale con particolare riferimento alle realtà emergenti e contribuire attraverso i
linguaggi artistici contemporanei a diffondere la cultura della sostenibilità ambientale e a favorire
percorsi di rigenerazione urbana.
I progetti espositivi verranno accompagnati da una collana di volumi pubblicati dalla casa
editrice Electa.
Ufficio Stampa Comune di Napoli
0817954576-78
ufficio.stampa@comune.napoli.it
MARRAS PER NAPOLI
Antonio Marras, Questi miei fantasmi, 23 giugno 2023, vico di San Pietro a Majella e Rampe
del Salvatore.
In collaborazione con Università degli Studi di Napoli Federico II, Accademia di Belle Arti di
Napoli, FOQUS-Fondazione Quartieri Spagnoli e Conservatorio di San Pietro a Majella.
Organizzazione e comunicazione a cura della casa editrice Electa.
Il soggetto principale di questo allestimento è la luce, che sarà emanata da lanterne come simbolo
di vita, di luce interiore, di rinascita dall’oscurità, di intelligenza. Simbolo di una speranza che
se messa a frutto porterà beneficio a tutta la comunità. Le lanterne in tela saranno decorate
con diversi ritagli di campionario di tessuti d’alta moda, generosamente donati dallo stilista
Antonio Marras. Risulterà un variopinto patchwork, ricco di abbinamenti di colori e di texture, a
simboleggiare la ricchezza delle differenze e la bellezza che si viene a creare nella loro unione
e integrazione. Le proiezioni luminose delle lanterne su vico e Rampe creeranno una magica
suggestione.
Le Orfanelle sono entità luminose, tuniche intime in sospensione, che occupano lo spazio
espositivo e, con leggerezza, danno vita a una messa in scena teatrale, un allestimento espositivo,
una performance artistica. L’allestimento aereo creerà coni luminosi, che risplenderanno di luce
velata, delicata, e soffusa.
Nel progetto un ruolo importante è quello svolto dagli allievi della Accademia di Belle Arti di Napoli
che, con la loro fattiva e generosa disponibilità, realizzeranno, negli spazi di FOQUS-Fondazione
Quartieri Spagnoli, 200 lanterne e 300 orfanelle tagliate e cucite a mano, attraverso la sapiente
guida del Flower designer Tonino Serra e del suo staff.
Antonio Marras (Alghero, 1961). Marras ha esordito con la prima sfilata nel 1988. Dal
2003 al 2011 ha diretto la maison Kenzo. Nel 2013, ha ricevuto il diploma honoris causa
in arti visive dall’Accademia di Belle Arti di Brera. Nella sua ricerca, la moda è posta in
costante dialogo con i linguaggi della contemporaneità, in particolare, con l’arte, grazie
all’intensa frequentazione con artiste come Maria Lai e Carol Rama sfociata in importanti
collaborazioni. Ha esposto le sue creazioni in mostre personali e collettive. Tra le altre:
la retrospettiva Antonio Marras: Nulla dies sine linea alla Triennale di Milano (2017); la
mostra Trama doppia: Maria Lai, Antonio Marras a Palazzo Lanfranchi di Matera (2019)
e la partecipazione al Padiglione Italia della Biennale di Venezia (2011). Di rilievo anche
gli allestimenti curati da Marras, come quello per Un altro tempo. Tra Decadentismo e
Modern Style al Mart di Rovereto (2012). Nel 2022 suoi lavori sono stati esposti nel cortile
dell’Università Statale di Milano in occasione della Design week.
Ufficio stampa Electa
Ilaria Maggi
ilaria.maggi@electa.it
responsabile comunicazione
Monica Brognoli
monica.brognoli@electa.it
Schede progetti
PISTOLETTO PER NAPOLI
Michelangelo Pistoletto, Venere degli stracci, 28 giugno 2023, Piazza Municipio.
In collaborazione con Cittadellarte-Fondazione Pistoletto.
Michelangelo Pistoletto darà forma a una versione originale, in scala monumentale, della storica
Venere degli Stracci (1967) che sarà pensata appositamente per Napoli e verrà collocata in Piazza
Municipio. Considerata una delle opere più iconiche del Novecento e tra le più emblematiche
dell’artista piemontese, la Venere degli Stracci mette in scena il contrasto tra la bellezza immobile
della tradizione classica e la transitorietà del contemporaneo. Quest’opera testimonia il lungo
rapporto di Napoli con l’Arte povera, riprendendo, e rendendo attuale, il rapporto instaurato negli
anni dall’artista con la città.
Michelangelo Pistoletto (Biella, 1933). Nel biennio 1961-1962 approda alla realizzazione
dei Quadri specchianti, che includono direttamente nell’opera la presenza dello
spettatore, la dimensione reale del tempo e riaprono la prospettiva, rovesciando quella
rinascimentale chiusa dalle avanguardie del XX secolo. Con questi lavori Pistoletto
raggiunge, in breve, riconoscimento e successo internazionali, che lo portano a realizzare,
già negli anni Sessanta, mostre personali in prestigiose gallerie e musei in Europa e
negli Stati Uniti. I Quadri specchianti costituiranno la base della sua produzione artistica
e riflessione teorica. Tra il 1965 e il 1966, Pistoletto produce un insieme di lavori
intitolati Oggetti in meno, considerati basilari per la nascita dell’Arte povera, movimento
artistico di cui Pistoletto è animatore e protagonista. A partire dal 1967 realizza, fuori dai
tradizionali spazi espositivi, azioni che rappresentano le prime manifestazioni di quella
“collaborazione creativa” che svilupperà nei decenni successivi, mettendo in relazione
artisti provenienti da diverse discipline e settori sempre più ampi della società. Nel
corso degli anni Novanta, con Progetto Arte e con la creazione a Biella di CittadellarteFondazione Pistoletto e di Unidee, avvia uno scambio attivo con i diversi ambiti del tessuto
sociale al fine di ispirare e produrre una trasformazione responsabile della società. Nel
2003 è insignito del Leone d’Oro alla Carriera alla Biennale di Venezia. Nel 2004 l’artista
inaugura la fase più recente del suo lavoro, denominata Terzo Paradiso. Nel 2013, una
sua grande antologica, Année 1- Le Paradis sur Terre, è stata ospitata dal Musée du
Louvre di Parigi che ha invitato Pistoletto a tenere tre Leçon d’artiste tra aprile e maggio
2023.
PESCE PER NAPOLI
Gaetano Pesce, settembre 2023, Rotonda Diaz.
In collaborazione con Conservatorio di San Pietro a Majella.
Organizzazione e comunicazione a cura della casa editrice Electa.
Due sculture: la prima, l’abito di Pulcinella in tela bianca su una struttura metallica sottile alta
12 m e mantenuta in equilibrio da cavi su cui si attorcigliano fiori sintetici di diversi colori. Di notte
questo grande abito è illuminato dall’interno. Di fronte all’abito un cuore rosso alto 5 metri, a sua
volta illuminato internamente nelle ore notturne e trafitto da una freccia metallica che lo sostiene,
conficcata su una piattaforma di legno di forma triangolare alta 50 cm. Il tutto a simboleggiare
l’affetto che Gaetano Pesce prova per Napoli e la sua regione e per ritrovare le sue radici lontane: i
suoi nonni paterni erano di Sorrento.
Questa nuova installazione a Napoli recepisce e sottolinea molti degli aspetti e dei temi ricorrenti
nella poetica del lavoro di Gaetano Pesce (l’estetica dello scarto e dell’imperfetto, la scelta di
materiali contemporanei, l’attenzione al corpo e alla sua centralità – non solo ergonomica ma
sensoriale ed emozionale -, le riflessioni sulla personalizzazione della serie, il femminile come
motore del progetto), riuscendo a metterne in rilievo anche il valore specificamente personale e
autobiografico. Da una parte il cuore, archetipo e simbolo popolare degli innamorati, che evoca in
questo caso l’attaccamento affettivo a un luogo, a Napoli. Dall’altra, la maschera simbolo di Napoli,
Pulcinella, rappresentata attraverso la sua veste-camicia bianca per raccontare la forza di volontà,
l’ingegno, l’ironia, il coraggio, ma anche la dualità degli opposti. Con questo progetto collocato
all’aperto, nello spazio della Rotonda Diaz, Gaetano Pesce trasferisce la sua visione fuori dagli
interni abitativi e la dilata su scala urbana: l’installazione sarà accompagnata da una performance
musicale, in occasione dell’inaugurazione, in cui un’orchestra composta di sole donne fornirà la
colonna sonora a una mutazione che investirà l’icona stessa di Pulcinella e cambierà la percezione
che di Pulcinella siamo soliti avere.
Gaetano Pesce (La Spezia, 1939). Vive a New York e il suo lavoro abbraccia i campi del
design, dell’arte e dell’architettura senza distinzione. In 40 anni di carriera Gaetano Pesce,
architetto, artista e designer, ha realizzato progetti pubblici e privati negli Stati Uniti, in
Europa, in America Latina e in Asia nel campo dell’architettura, dell’urbanistica, della
progettazione di interni, del design industriale e delle mostre. Durante il suo lavoro ha
espresso il principio guida per cui il modernismo non è tanto uno stile quanto un metodo
di interpretazione, alludendo a un futuro nel quale l’individualità è preservata e celebrata.
Studia Architettura all’Università di Venezia tra il 1958 e il 1963. Ha partecipato al Gruppo
N, il primo collettivo che si occupó di Arte programmata sul modello della Bauhaus.
Ha insegnato architettura all’Institut d’Architecture et d’Etudes Urbaines a Strasburgo,
Francia, per 28 anni, al Carnegie Mellon di Pittsburgh, alla Domus Academy di Milano, al
Politecnico di Hong Kong, all’Architectural School di San Paolo e alla Cooper Union di New
York, città in cui si è stabilito dal 1980, dopo aver vissuto a Venezia, Londra, Helsinki e
Parigi. Il lavoro di Pesce è presente in più di 30 collezioni permanenti nei più importanti
musei al mondo, quali il MoMA di NY e San Francisco, il Metropolitan Museum di NY, Vitra
Museum in Germania, Victoria and Albert Museum a Londra, Centre Pompidou, Musée
Ufficio stampa Electa
Ilaria Maggi
ilaria.maggi@electa.it
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Monica Brognoli
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des Arts Decoratifs del Louvre di Parigi. Espone la sua arte in tutte le gallerie del mondo.
Tra i numerosi premi ai suoi progetti il prestigioso Chrysler Award per Innovazione e Design
nel 1993, l’Architektur and Wohnen Designer dell’anno 2006 e il Lawrence J. Israel Prize,
dal Fashion Institute of Technology a New York nel 2009. L’esperienza di Pesce è globale,
le sue innovazioni sempre all’avanguardia. Confini tra arte, design e industria gli sono
irrilevanti, poiché l’arte non è certamente qualcosa da creare e mettere su un piedistallo:
l’arte è un prodotto. È la nostra risposta creativa ai bisogni del tempo che viviamo.
PARMIGGIANI PER NAPOLI
Claudio Parmiggiani, novembre 2023, Chiesa di San Severo al Pendino.
Accatastate da Claudio Parmiggiani, antiche campane abiteranno lo spazio interno della Chiesa di
San Severo al Pendino, rievocando la memoria del sacro che ha animato l’edificio oggi sconsacrato.
Oggetti ricorrenti nell’opera dell’artista emiliano (già utilizzati in altre installazioni come quella
nell’ex oratorio di San Lupo a Bergamo, 2014) in quanto capaci di generare nostalgia del passato
dei luoghi, si faranno interpreti e testimoni anche di quanto nella chiesa napoletana sembra
perduto eppure continua a sollecitare la nostra anima. Si tratta di un intervento che rinnova la linea
di ricerca di Parmiggiani, che è assemblaggio di elementi della catastrofe (polvere, cenere, fuoco,
aria, ombra, colore, luce, pietra, vetro).
Claudio Parmiggiani (Luzzara, 1943). Pittore e scultore italiano. La sua ricerca, tesa a
rendere materia l’assenza, è stata definita da Georges Didi-Huberman ‘antropomorfismo
della scomparsa’. Solo a tratti vicina alle poetiche del Concettuale e dell’Arte povera,
rimanda allo studio del vuoto, della memoria, a ciò che sembra perduto. Sin dagli esordi,
il suo linguaggio visivo è stato influenzato dal rapporto tra arte e poesia, ma il suo
contributo radicale si intuisce dalla prima personale del 1965, quando, con un gesto
secondo Maurizio Calvesi rivoluzionario nell’ambito delle neoavanguardie, espose una
“pittura scolpita”, il calco in gesso dipinto dal titolo La notte (1964). Dalla fine degli anni
Sessanta, con Luce, luce, luce (1968), Malevič-Kobayashi (1974), Iconostasi (1989-)
ha accentuato la tendenza iconoclasta. Del 1970 sono le prime Delocazioni, impronte
dovute alle tracce di fumo e alla sedimentazione delle polveri lasciate sulle pareti da tele
e oggetti rimossi dopo una combustione, e i Labirinti in frantumi. Interventi che rendono
visibile “la forma fisica dell’ombra” e lo scorrere del tempo. Parmiggiani ha partecipato
a molte edizioni della Biennale di Venezia. Della sua ricerca si sono occupati critici e
pensatori contemporanei come Didi-Huberman, Jean-Luc Nancy e Jean Clair, su invito del
quale Parmiggiani ha esposto alle mostre Mélancolie: génie et folie en Occident (Grand
Palais di Parigi, 2005) e Apocalypsis cum figuris (Palazzo Fabroni di Pistoia, 2007). Tra i
suoi scritti si ricordano, in particolare, Stella sangue spirito (2000) e Una fede in niente
ma totale (2010).
VEZZOLI AL MASCHIO ANGIOINO
Francesco Vezzoli, Lacrime di Coccodrillo, settembre 2023, Carceri di Castel Nuovo.
Finanziato nell’ambito del bando PAC 2021 della Direzione Generale Creatività del MIC.
Francesco Vezzoli, grazie alla sua capacità di intervenire nello spazio pubblico creando ponti
tra passato e presente, realizzerà un’opera espressione del connubio tra antico e moderno,
incentrata sulla storia della città di Napoli e sulla leggenda del coccodrillo di Castel Nuovo. La
figura del coccodrillo è legata a una leggenda narrata da Benedetto Croce nel libro Miti e leggende
napoletane (1919). In questo testo, il filosofo racconta come nei sotterranei del Maschio Angioino
ci fosse un alligatore trasportato dall’Egitto dalla regina Giovanna II nella prima metà del XV
secolo. Il coccodrillo, al quale la regina pare desse in pasto i suoi amanti, era solito sbranare
i prigionieri rinchiusi nei sotterranei del castello. Nel lavoro dell’artista, la cultura classica, la
storia e le leggende metropolitane verranno riproposte come materia attuale e viva del presente,
trovando, nell’ibridazione con altri temi e altre epoche, lo spunto per una profonda riflessione su
argomenti come identità, autorialità, emotività e sessualità. L’opera si pone in relazione anche con
l’installazione realizzata da Vezzoli nel 2021 per Piazza della Signoria a Firenze, l’opera Pietà, un
monumentale leone rampante novecentesco installato su un basamento antico, che stritola tra
le fauci una testa romana del II secolo. L’idea della nuova scultura per il Maschio Angioino nasce
quindi come naturale proseguimento e completamento della pratica di Vezzoli, capace di coniugare
archeologia, memoria e invenzione contemporanea.
Francesco Vezzoli (Brescia, 1971). Ha studiato alla Central St. Martin’s School of Art di
Londra, attualmente vive e lavora a Milano. È oggi uno degli artisti italiani contemporanei
di maggiore successo al mondo. Ha partecipato a diverse Biennali (Venezia, San Paolo,
Whitney Biennial, Istanbul) e ha esposto nei più importanti spazi nazionali e internazionali
(New Museum of Contemporary Art di New York, Castello di Rivoli, Fondazione Prada, Tate
Modern, Solomon R. Guggenheim, Kunsthalle di Vienna, Museum of Contemporary art di
Los Angeles, MoMA PS1) Vezzoli è stato il primo artista italiano a realizzare un’opera sitespecific per piazza della Signoria di Firenze, con il progetto Francesco Vezzoli in Florence
(2021).
SORRENTINO A PIAZZA PLEBISCITO
Paolo Sorrentino, È stata la mano di Dio, progetto di illuminazione del colonnato di Piazza
Plebiscito, 2021-2023.
In Piazza del Plebiscito sarà attivato il progetto di illuminazione ideato da Daria D’Antonio per il
film È stata la mano di Dio, scritto e diretto da Paolo Sorrentino, disponibile su Netflix, e prodotto
da Lorenzo Mieli per The Apartment, società del gruppo Fremantle, e Paolo Sorrentino. Il progetto,
elaborato e firmato dalla direttrice della fotografia Daria D’Antonio, prevede l’illuminazione
architetturale del colonnato della Basilica di San Francesco di Paola con effetti suggestivi
creati attraverso l’installazione di corpi illuminanti posizionati sul tetto del colonnato, la stessa
valorizzazione sarà applicata alle cupole e alle statue dei due cavalli posizionati al centro della
Piazza.
La valorizzazione di Piazza del Plebiscito è il tema fondamentale per la scena del film in cui si porta
la Piazza indietro negli anni, fino al 1986. La particolare illuminazione restituisce una nuova e
diversa immagine a tutta la Piazza. I fasci di luce puntati sulle cupole, sulle statue che dominano
la piazza e sulle statue dei cavalli permetteranno a Piazza del Plebiscito di brillare e confermare la
sua presenza tra le piazze più prestigiose del mondo, conquistando ancora di più l’attenzione degli
avventori, cogliendo la bellezza e la perfezione dell’architettura.
Daria D’Antonio, nata e cresciuta a Napoli, ha cominciato a lavorare sul set molto
giovane. Dopo qualche anno, diventa operatore di macchina per Luca Bigazzi,
collaborando con registi come Silvio Soldini, Carlo Mazzacurati, Gianni Amelio, Francesca
Comencini e Paolo Sorrentino. Il suo primo lungometraggio come direttrice della fotografia
è Il Passaggio della Linea di Pietro Marcello. È la prima donna in Italia ad avere vinto due
volte il Globo d’Oro per la fotografia per La Pelle dell’Orso di Marco Segato e Ricordi? di
Valerio Mieli. E la prima ad aver vinto il David di Donatello come direttrice della Fotografia,
nel 2022 per È stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, film per il quale nello stesso anno
ha vinto anche il Nastro d’argento.
Paolo Sorrentino, regista e sceneggiatore, è nato a Napoli nel 1970. Nel 2001, il suo
primo lungometraggio, L’uomo in più, è selezionato alla Mostra del Cinema di Venezia.
Nel 2004 gira Le conseguenze dell’amore e nel 2006 L’amico di famiglia, entrambi in
concorso al Festival di Cannes. Nel 2008 con Il divo, torna a Cannes dove vince il Prix du
Jury. Torna in concorso a Cannes nel 2011 con This Must be the Place e due anni più tardi
con La grande bellezza con cui si aggiudica l’Oscar®, il Golden Globe®, il Bafta come
Miglior Film Straniero e tre EFA. Selezionato ancora una volta in concorso a Cannes nel
2016, Youth – La giovinezza ha vinto tre premi EFA, ricevuto una candidatura agli Oscar®
e due ai Golden Globes®. Nel 2016 firma la serie TV The Young Pope, candidata ai Golden
Globe per la Miglior Interpretazione Maschile e agli Emmy Awards per scenografia e
fotografia. Del 2018 è il film Loro con protagonista Toni Servillo. Nel 2019 gira la seconda
serie ambientata in Vaticano, The New Pope con protagonisti Jude Law e John Malkovich.
Nel 2021 ha scritto e diretto il film È stata la mano di Dio, candidato al Premio Oscar®
2022 come miglior film straniero, vincitore del Leone d’Argento Gran Premio della Giuria
e del Premio Marcello Mastroianni alla 78ª edizione della Mostra internazionale d’arte
cinematografica di Venezia, vincitore inoltre di 5 David di Donatello 2022 tra cui quello come
miglior film e migliore regia e di 4 Nastri d’argento 2022 tra cui quello come miglior film.
PAN PROJECT ROOM
In collaborazione con Meet – Digital Culture Center di Milano.
Durante le fasi di restauro del PAN, verrà inaugurata una Project Room entro il 2024, in partnership
con il Meet – Digital Culture Center di Milano, destinata a diventare una stanza virtuale permanente
del museo che offrirà alla cittadinanza una ricca selezione periodica di opere incentrate sulla
sperimentazione tra arte e tecnologia. La programmazione sarà a cura di Maria Grazia Mattei,
direttrice del Meet, e di Valentino Catricalà, e prevederà l’avvicendarsi di artisti internazionali e
nazionali chiamati a rileggere in digitale lo spazio del PAN.
Michelangelo Pistoletto,
ritratto
foto di Pierluigi Di Pietro
Michelangelo Pistoletto,
Venere degli stracci, 2023,
per Piazza Municipio, Napoli
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