Le Canzoni di Contrabbando di Eugenio Bennato

 

BEnnato Eug live 01

di Luigi Marchitto

NAPOLI – Allo Spazio Eventi Feltrinelli in piazza dei Martiri lo scorso 29 gennaio il cantautore Eugenio Bennato ha presentato al pubblico di Napoli il cd Canzoni di contrabbando Antologia 2016, prodotto dalla Taranta Power/i Company.

Uscito dopo 5 anni dal suo ultimo album Questione Meridionale, il cd Canzoni di contrabbando è una raccolta di 12 tra i suoi brani più rappresentativi più di un tredicesimo inedito.

La traccia numero 1, Mon pere et ma mere, nasce da un incredibile incontro tra Eugenio Bennato ed Enric Parfait, un giovane africano del Camerun. In questa nazione vi è la tradizione di associare al nome di battesimo un aggettivo, per rappresentare il momento della nascita o un augurio per la vita futura e ad Enric viene appunto assegnato l’aggettivo “parfait”, “perfetto” in italiano.

Tuttavia di perfetto nella vita di Enric c’è soltanto il momento della nascita ed infatti, alla fine, anche lui si vede costretto come tanti altri ragazzi dell’Africa sub-sahraiana, a prendere la via del Nord, superando il deserto per arrivare al mare e da lì  poi tentare l’attraversata del Mediterraneo.

Ed Eugenio Bennato lo incontra a Tangeri, dove il continente europeo è separato dall’Africa solo da un braccio di mare, durante un’esibizione musicale con la chitarra. Il giovane Enric in quell’occasione gli consegna un foglietto con pochi versi scritti di suo pugno, ma che fanno da input per questo brano che introduce l’Antologia.

Il contenuto del messaggio dà infatti il titolo alla canzone, laddove Enric scrive: Mon père et ma mère (Mio padre e mia madre) e prosegue affermando: se sont connues dans la galère (si son conosciuti in galera). Comme heritage ils m’ont laissé (come eredità mi hanno lasciato), m’ont laissè dans la misère (mi hanno lasciato nella miseria).

Eugenio, che per questo inedito si avvale della collaborazione di musicisti come Stefano “Mujura”, Ezio Lambiase, Sonia Totaro e Chiara Carnevale, nel presentare il brano, oltre a raccontarne la storia, aggiunge che in esso è presente anche la vocina esordiente di sua figlia Eugenia.

Chiarisce che il video è stato girato nel centro sociale Je so’ pazzo ex OPG – ex ospedale psichiatrico giudiziario – luogo dove in passato avevano regnato solo oppressione ed assenza di libertà, ma che oggi per fortuna è stato trasformato in un centro di aggregazione.

Come premessa per ascoltare una canzone, niente male davvero. Ed anche il brano scorre molto bene, fondendo ritmi melodici popolari con assonanze africane che uniti al video ed al reale senso di drammaticità della situazione attuale nel Mediterraneo formano un mix di rara intensità emotiva.

Unica nota, ma che certamente non per questo è una critica, è data dal fatto che cadenza e fraseggio restano comunque quelli tipici del cantautore napoletano, riproponendo un modo di comporre brani che se è pur vero che resta alla base del suo successo tuttavia non innova in alcun modo.

Una nota di merito va anche, nel video, alla brava regista Loredana Antonelli.

Per quel che concerne il titolo dell’Antologia, e cioè Canzoni di contrabbando, Eugenio racconta come il termine sia nato all’epoca in cui cantava insieme alla Nuova Compagnia di Canto Popolare. In particolare contrabbando era riferito a quei brani per un pubblico di “nicchia”, che venivano scoperti e diffusi attraverso mezzi di comunicazione non tradizionali come radio e tv e cioè attraverso il passaparola dopo i concerti.

Ma non finisce qui. Bennato si augura che, così come fece lui quando cercò di proporre una strada nuova e alternativa a quella seguita da chi invece cercava abitualmente il successo nel mondo della canzone attraverso la musica popolare, altri musicisti oggi possano trovare nuove forme di comunicazione e composizione musicale.

«Io, ad esempio – afferma Bennato – quando lavoro su brani nuovi risento non solo delle influenze del primo Pino Daniele o della musica popolare, ma anche del grande De Andrè, con cui ho anche scritto a suo tempo delle cose insieme. Il mio pezzo Il mondo corre nel cd Questione Meridionale è stato composto con lo stile di De Andrè, nel desiderio di produrre qualcosa di nuovo ma basandomi sulla sua influenza carismatica.

Ancora vorrei citare in questa Antologia – conclude Bennato – il brano di influenza argentina Alfonsina y el mar, cui fanno seguito i  classici Ninco Nanco, il brigante che prima di me nessuno conosceva, Che il Mediterraneo sia e Brigante se more».

Infine Eugenio Bennato si è esibito live, proponendo ai suoi fan riuniti alla Feltrinelli alcuni dei suoi migliori pezzi del repertorio, in un crescendo di ovazioni e applausi, nonché foto di rito e autografo sui cd.

Un’Antologia, bisogna dire, fatta per chi apprezza la musica popolare e i cantautori, una razza, per così dire, che sta ormai scomparendo nel panorama musicale attuale italiano e mondiale. Assolutamente non può mancare in nessuna collezione!