Le voci di Napoli

di Francesco De Crescenzo

I cantanti? No, non sono loro i protagonisti di questa storia. Le voci di cui leggerete sono comuni, modeste, tal volta si confondono con i rumori e i colori della città, diventando tutt’uno con essa.

Sono le voci dei venditori ambulanti che, inconsapevoli, portano avanti una tradizione antica, che caratterizza la napoletanità.

Moltissime eccellenze della cucina napoletana, si sa, venivano spesso vendute da questi venditori che percorrevano i vicoli stretti con i loro carretti, come ad esempio  il caffè, che si diffuse proprio così.

Hanno un modo particolare per reclamizzare e vendere i loro prodotti. È una via di  mezzo tra un canto e un urlo, e naturalmente ognuno ha il suo stile a seconda della capacità delle sue corde vocali e del timbro di voce.

Il mitico Fortunato Bisaccia
Il mitico Fortunato Bisaccia

Sono il colore della città, ma a parte che per la loro cerchia di clienti restano anonimi, si possono solo immaginare le loro vite, le loro storie.

Uno di questi però, Fortunato Bisaccia, è diventato inconsapevolmente il simbolo di tutti gli ambulanti napoletani.

Per anni ha girato tra i vicoli di Napoli gridando : «Furtunato tene ‘a robba bella! ‘Nzogna, ‘nzo’!», almeno fino agli anni ’80, con il suo sgangherato carrettino con sul davanti la scritta “La ditta Fortunato resta chiusa il lunedì”.

Di questo singolare personaggio se ne accorse Pino Daniele e volle scrivere una canzone intitolata appunto Furtunato.

Persone cortesi, simpatiche e solari, che con la loro modalità di vendita portano ‘a campata ‘a casa e perpetrano una tradizione, quella dell’arte di arrangiarsi.