Esposizione sul Messico All’Instituto Cervantes

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di Nina Panariello

NAPOLI – « Se è questo il Messico, sono contenta di essere venuta, sono contenta di fermarmi», citava in un suo scritto l’autrice statunitense Nancy Hartwell. E in effetti, sono proprio queste le parole che subito vengono in mente visitando la mostra Cuore lontano. Cuore messicano. all’Instituto Cervantes in via Nazario Sauro, visitabile fino al 31 marzo.

L’esposizione nasce dall’idea di far conoscere il talento di alcuni artisti messicani oggi residenti in Italia per ragioni diverse che nel corso degli anni hanno forgiato opere evocative della loro terra lontana.

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Colori, forme e contenuti dei sensazionali lavori di Ana Marìa Serna, David Beuchot, Jehsel Lau, Karla Guajardo Ro, Ricardo Macìas e Santos Badillo, seppur così diversi per forma, tecnica e materiali usati, sono accomunati da una grande espressività. Ciò conferma la straordinaria ricchezza dell’arte contemporanea messicana.

È così che entrando nell’ampia e luminosa sala a pian terreno lo sguardo del pubblico può essere rapito da un suggestivo dipinto di Frida Kahlo sulla parete sinistra. Poi ancora da un variopinto pappagallo posato sulla spalla di una bellissima donna di colore. Né non potrà tralasciare di ammirare i due meravigliosi abiti personalmente realizzati da Jehsel Lau, giovane stilista titolare di una Casa di moda.

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Fotografare degli immigrati comuni che vivono in Italia, come un estetista, un istruttore di nuoto, o magari un’insegnante di danza, mentre svolgono il proprio lavoro? Ci ha pensato la fotoreporter Karla Guajardo: una sfida quotidiana per far interrogare la gente su idee e pregiudizi. L’artista è convinta che la nostra società vive una vita particolarmente agitata, cieca ai problemi sociali, specie quelli delle minoranze.

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Si ritorna un po’ bambini con le coloratissime calamite multiformi che creano soggetti che spaziano dai cuori alle croci, ai fiori.

Si guardano ma non si toccano le fragili sculture in terracotta smaltata di Ricardo Marcìas:  da sempre intende la ceramica come la più alta espressione del perenne mutamento della materia, nonché della trasformazione mediante la quale l’uomo interagisce con la terra, reinventandola e rendendola così eterna.

Ognuna delle opere è comunque un riferimento orgoglioso alla madrepatria: una vera e propria dichiarazione d’amore al Paese natale.

Dopo aver visitato la Mostra, Terronian Magazine ha incontrato Giovanna Del Bello, coordinatrice culturale del Cervantes per porle alcune domande. 

Il Cervantes nacque nel 1991 da un progetto culturale del governo spagnolo. Oggi conta 58 centri in tutto il mondo. La sede di Napoli ha mai incontrato difficoltà?

La nostra sede è molto forte. Siamo molto amati dai nostri amici che vengono qui per quanto riguarda le nostre attività ricreative che vanno aldilà di quelle legate alla diffusione della lingua spagnola. La nostra offerta in tal senso è infatti molto vasta: abbiamo sia corsi di vari livelli strutturati nel modo classico, sia di specializzazione, come ad esempio quello di traduzione letteraria per l’editoria. Al momento il nostro fiore all’occhiello è quello gestito in collaborazione con l’Università Orientale. Per l’occasione stiamo invitando vari autori spagnoli o ispanoamericani che siano stati preferibilmente prodotti e pubblicati in Italia.

Nessun problema dunque nell’affrontare la concorrenza delle certificazioni di lingua inglese?

Assolutamente no. Anzi, nella città di Napoli, per ragioni storico-culturali lo spagnolo è una lingua ambitissima, come ci mostrano le sempre maggiori iscrizioni dei nostri studenti per conseguire il DELE, la certificazione che ne attesta il grado di competenza e conoscenza. D’altronde sono anche cresciute le sessioni d’esame, che prima erano due e adesso sono cinque. Siamo molto contenti, ci auguriamo – e a questo stiamo lavorando – che cresca sempre di più, in quanto lo spagnolo rappresenta senz’altro il futuro. 

Quali sono i prossimi eventi in programma?

Lunedì 15 febbraio comincerà il Cineforum, un ciclo di produzioni in lingua originale, dedicato a coproduzioni tra la Spagna e America Latina, dal titolo Cruzando el Atlàntico. Il programma inizia con El àrbol magnètico (’13), diretto da Isabel de Ayguavives. Il lunedì seguente invece sarà la volta di Un cuento chino, commedia con l’amatissimo attore Ricardo Darìn, che sarà ancora protagonista nella proiezione di El secreto de sus ojos, di J.J. Campanella, vincitore dell’Oscar come Miglior Film Straniero, oltre a 2 premi Goya.

Per quanto riguarda gli incontri con gli autori che citavo pocanzi, i nomi sono davvero tanti e tutti molto stimati: Javier Arguello, scrittore e giornalista argentino che parlerà in maniera romanzata del suo libro sulla misteriosa scomparsa del fisico italiano Ettore Majorana, avvenuta nel 1938. Il 31 maggio verrà a trovarci anche lo scrittore e giornalista Ramòn Pernas che darà il suo contributo nell’ambito delle traduzioni per l’editoria.

Poiché il 21 marzo sarà la Giornata della Poesia, appoggeremo un incontro internazionale al Cervantes di Bari, e il 22 ospiteremo Anna Rossetti, poetessa molto nota e tradotta anche in Italia, che in occasione del centenario della morte di Rubèn Darìo leggerà e commenterà scritti del poeta nicaraguense, cui ha dedicato i suoi studi.

Per il Dia del Libro,  il 23 aprile, che quest’anno sarà Dia de Cervantes in onore del quarto centenario dalla morte di Miguel de Cervantes, ospiteremo Rosa Regàs, scrittrice spagnola, ex direttrice della Biblioteca nazionale di Madrid che parlerà dell’immenso autore , da cui trae nome il nostro Istituto.

Come mostre, invece, dopo questa di arte messicana, ci sarà quella di Paco Roca, fumettista spagnolo tra i più conosciuti che ha disegnato il libro Arrugas, da cui è stato tratto il film Rughe che ha avuto un successo mondiale. L’artista porterà almeno 30 tavole originali del suo ultimo lavoro La Casa, che verrà pubblicato in anteprima in Italia dalla casa editrice Tunuè.

A maggio poi, sarà sempre dedicata al centenario di Miguel de Cervantes la mostra fotografica di Jose Manuel Navia.

Per quanto riguarda i laboratori, ad aprile ne proporremo due nuovi: un corso di fotografia digitale interamente in spagnolo a cura di Antonio Riccio e un interessante seminario su salute e nutrizione tenuto dalla dottoressa Esperanza Martinez.

Infine grandi progetti per ottobre, mese in cui invitiamo ogni volta un personaggio illustre per la consegna dei diplomi ai nostri studenti: stiamo cercando di conciliare una data con gli impegni di Almudena Grandes, grande di nome e di fatto, visto il suo indiscusso talento di scrittrice. 

Terronian Magazine  non poteva certamente non citare la ricca biblioteca dell’Instituto Cervantes, intitolata al famoso poeta spagnolo Rafael Alberti.

«La nostra Biblioteca titolata – ha sottolineato la bibliotecaria Susana Escalante Duràn – ha una tradizione forte in Città per quanto riguarda i libri di letteratura spagnola e latino americana, scritti sia in lingua originale che in italiano. Il fondo originario è stato costituito con il contributo della Direcciòn General de Relaciones Culturales e si è via via arricchito sempre di più grazie alla biblioteca di Santiago de Compostela, aperta dal 1948. È da lì che abbiamo trasferito qui più di 30.000 documenti, compresi libri audiovisivi, dvd e archivi musicali.

La biblioteca conta oltre 30.000 documenti composti, originariamente, dalla collezione ereditata dall’Instituto di cultura spagnola Santiago – presente in città dal 1948- e dalla collezione della Dirección General de Relaciones Culturales. La politica di acquisizione e le donazioni che riceviamo da istituzioni e personalità locali collegate all’ispanismo, hanno trasformato la nostra collezione in uno dei fondi librari di maggior pregio in Italia.

È ovviamente una biblioteca mista, metà pubblica e metà privata, in quanto chiunque può recarvisi e consultare gratuitamente il materiale che interessa. Nel caso si necessiti di prenderlo in prestito, occorre allora tesserarsi, così come per accedere alla nostra illimitata biblioteca elettronica. La fornitissima offerta si articola in tre modelli: libri elettronici, narrativa auditiva e research elettronici, cioè componenti che permettono di accedere a dizionari, giornali, etc.

Inoltre la Biblioteca è un immancabile punto di riferimento per le ricerche degli studenti universitari non solo dell’Università Orientale, con cui il Cervantes collabora in maniera stretta, ma anche della Federico II e altri Atenei campani».