Quando al tempo dei Borbone Portici era capitale
di Francesco Bartiromo
La Reggia di Portici, voluta fortemente da re Carlo III di Borbone, è tra gli esempi più splendidi di residenza estiva in Europa.
È noto che l’ispirazione per la sua realizzazione venne a Carlo e alla sua consorte Maria Amalia di Sassonia quando furono ospitati dal principe d’Elboeuf nella sua villa al Granatello. I sovrani s’innamorarono a tal punto del suggestivo sito porticese da decidere di costruirvi un sito reale per tutta la corte, ancor prima di commissionare la più impegnativa Reggia di Caserta.
I lavori per la costruzione della reggia cominciarono nel 1738 ad opera dell’architetto Antonio Canevari, e terminarono nel 1742. Successivamente collaborarono al progetto altri famosi architetti come Fuga e Vanvitelli, mentre le decorazioni pittoriche interne furono affidate al pittore Giuseppe Bonito.
Il palazzo fu costruito a pianta quadrangolare con un ampio cortile centrale nel quale attraverso due grandi arcate passava la via Regia delle Calabrie, nel tratto che corrisponde all’attuale via Università. L’arteria stradale divideva in due l’ampio bosco vesuviano, diviso in parco superiore che fungeva da riserva di caccia e i estendeva fin sul Vesuvio, e in parco inferiore, più decorativo, con i giardini in stile inglese che declinavano verso il Granatello, fino al mare.
Proprio l’ala ovest della Reggia che si affaccia sul parco inferiore è la più suggestiva con la sua ampia e maestosa facciata terrazzata e munita di balaustre e di un orologio solare, e i lunghi viali contornati da magnifici giardini all’inglese. Il parco superiore comprende invece chioschi, fontane e il famoso Castello della Reggia che veniva usato per le battute di caccia.
Sotto il primo porticato della reggia, in direzione del centro di Portici, è tutt’ora situata la Cappella Reale, mentre pochi metri più giù lungo vennero inglobati nel sito due preesistenti edifici. Uno, Palazzo Valle, destinato a casermaggio per le Guardie Reali e luogo d’esercitazioni equestri, l’altro, Palazzo Mascabruno, che ospitava cavalieri, stalle reali e una cavallerizza coperta.
I lavori per la costruzione della Reggia diedero impulso alla recente scoperta del sito archeologico della antica Ercolano, che continuò ad emergere man mano e da cui si prelevarono marmi e reperti che abbellirono il complesso monumentale. In seguito fu istituito proprio all’interno del Palazzo Reale l’Herculanense Museum, inaugurato nel 1758, che custodiva i numerosi preziosi ritrovamenti archeologici che affioravano dagli scavi.
Non tutti sanno che la Reggia di Portici non fu costruita solamente come semplice dimora per la villeggiatura dei sovrani borbonici: tale scopo poteva infatti essere assunto tranquillamente dalla Villa d’Elbeouf. La Reggia, invece, era la vera e propria residenza estiva ufficiale di tutta la corte partenopea, praticamente per quattro mesi l’anno, durante la bella stagione, Portici diventava la capitale del Regno di Napoli.
In quel periodo nella cittadina vesuviana cominciarono a sorgere numerose ville lungo la via Regia delle Calabrie, oggi SS 18, che ospitavano la corte reale. Di queste splendide ville commissionate dai nobili borbonici, quelle a sud erano dotate di ampi giardini e sbocco sul mare. Quelle a nord, invece, si volgevano verso il Vesuvio. Le dimore vesuviane andarono a formare il complesso del Miglio d’Oro, di cui fanno parte 121 ville tra quelle censite ufficialmente, ma che in effetti erano molte di più.
La nutrita affluenza della nobiltà borbonica contribuì ad accrescere il prestigio della cittadina porticese, della “piccola capitale estiva”, che mantenne prestigio per tutto il periodo di reggenza di Carlo III di Borbone e proseguendo, dopo la partenza di Carlo per la Spagna, per tutto il Settecento con il figlio Ferdinando IV.
Sede favorita anche dai successivi sovrani Francesco I e Ferdinando II, nel 1839 Portici acquistò ancora più lustro e importanza con la realizzazione della prima tratta ferroviaria, la Napoli-Portici.
Nel 1849 Il Palazzo Reale ospitò papa Pio IX in esilio: per 7 mesi Portici divenne di fatto soglio pontificio.
Una storia non sempre facile, quella della residenza estiva dei Borbone: Nel 1799, con l’invasione dell’esercito napoleonico e la rivoluzione napoletana, la corte reale fuggì a Palermo portando con sé 60 casse piene di numerosi reperti archeologici.
Nel 1806, con l’arrivo delle truppe di Gioacchino Murat la corte riparò nuovamente a Palermo portando con sé via altre 11 casse di antichità. Nel periodo murattiano la Reggia fu arredata ex novo con mobilio francese e con gusto improntato ad un notevole lusso.
In questi anni Giuseppe Bonaparte ordinò il trasferimento al Museo di Napoli dei reperti rimasti a Portici, dove nel 1818, al rientro dei Borbone a Napoli, anche delle casse conservate a Palermo. Venne così sancita la lenta fine del Museo Hercolanense porticese, che terminò di esistere nel 1827.
Nel 1860, con l’avanzata delle truppe garibaldine la Reggia di Portici, come tutti gli altri beni immobiliari borbonici, divenne di dominio della casa reale dei Savoia.
Successivamente il Palazzo Reale con tutto il parco borbonico venne assegnato al Demanio alla Provincia di Napoli e nel 1872 vi fu istituita la Reale Scuola Superiore di Agricoltura. Contestualmente venne fondato l’Orto Botanico nel giardino superiore della Reggia. Nel 1935 la Scuola divenne Facoltà di Agraria della Università degli Studi di Napoli Federico II.

Durante il Novecento diverse aree interne della Reggia subirono incauti lavori per la costruzione degli uffici universitari che ne deturparono il prestigio. Alcuni antichi affreschi vennero irrimediabilmente perduti nell’opera di imbiancatura delle anticamere del corridoio principale dell’ala ovest.
Nel corso degli anni l’ex palazzo delle Guardie Reali, la dimora Valle, è divenuto Scuola di formazione e aggiornamento del Corpo di Polizia e del personale dell’Amministrazione Penitenziaria, nonché sede della famosa banda musicale del Corpo, mentre Palazzo Mascabruno, rimase a lungo occupato abusivamente da inquilini. Una volta eseguiti gli sfratti, è iniziato il recupero e la riqualificazione della cavalcatoio coperto, ormai in dirittura d’arrivo.
Anche la Reggia di Portici è oggetto di lavori di riqualificazione: la facciata dell’ala ovest è stata già splendidamente restaurata, mentre è ancora in attesa di restauro il cortile centrale. Sono invece quasi terminati i lavori di riqualificazione degli interni, e la Reggia oggi ospita nuovamente l’ Herculanense Museum, piccolo ma interessantissimo.
E così Portici lentamente riacquista il suo ruolo di Capitale della Cultura.