Malaparte tra mito e realtà

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di Viviana Attanasio

NAPOLI  –  Unico e poliedrico, misterioso e sfacciato, idealista e pragmatico, lo scrittore Curzio Malaparte è sicuramente tra le personalità più straordinarie e controverse del Novecento italiano.

Mai nell’ombra e sempre prorompente primo attore degli eventi che caratterizzarono la prima metà del «secolo breve», ha lasciato un’impronta indelebile nella cultura del Bel Paese, e non solo.

Noto ai più per i romanzi Kaputt e La Pelle, resoconti in parte autobiografici delle sue esperienze di vita durante la seconda guerra mondiale, Malaparte è anche tanto altro.

A svelarne le mille sfaccettature il giornalista Pietro Treccagnoli che insieme all’architetto Sergio Attanasio ha riportato alla vita l’immortale, facendo chiarezza sulla persona, sulla personalità e sui rapporti con Napoli del mito malapartiano, in un piovoso pomeriggio di febbraio, in pieno centro storico e davanti ad un’impavida e appassionata platea di ascoltatori.

Curzio Malaparte è stato il protagonista dell’incontro, nell’ambito del ciclo Storia e storie napoletane, di lunedì 29 febbraio al Caffè letterario Intra Moenia.

Più che una lectio magistralis è stata una vera e propria conversazione tra amici, in un luogo caldo e familiare dove alle due voci esperte dei relatori si sono accompagnate le testimonianze entusiaste dei presenti, per la maggior parte frequentatori affezionati di Capri, sulla quale Malaparte scelse di lasciare  il segno più grande.

Nel 1938 lo scrittore e giornalista acquistò lo scoglio di Capo Massullo nell’Isola Azzurra, sul quale poi deciderà di costruire la sua opera letteraria in mattoni, la sua «Casa come me», Villa Malaparte, affidandone il progetto all’architetto Adalberto Libera.

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Ed è stata proprio la Villa, con tutti i suoi segreti e le sue curiosità, a costituire l’oggetto della seconda parte dell’incontro, in cui l’architetto Sergio Attanasio ha illustrato attraverso un trascinante racconto fotografico non solo gli aspetti prettamente tecnici, come la struttura planimetrica della Casa, ma anche quelli meno noti, come le sue dirette testimonianze vissute in quel luogo incantato, riportando la platea ad un’estate di fine anni Ottanta: piedi scalzi, camicie di lino e sale tra i capelli.

Mitomane ed esibizionista, Curzio Malaparte resta una delle figure più consapevoli della sua epoca, dei cui avvenimenti riuscì a servirsi senza sforzi per costruire il mito della sua persona e la «Casa Matta», sua gemella in pietra, ormai residenza privata e inaccessibile, resterà sempre il cuore rosso e squadrato di Capri e dei napoletani.

Casa Matta
Casa Matta