Sabato 9 luglio 2022, Real Orto Botanico di Napoli A te, Masaniello di Annamaria Russo
Sabato 9 luglio 2022, Real Orto Botanico di Napoli
A te, Masaniello di Annamaria Russo
Il percorso di un sogno senza lieto fine, bellissimo e disperato, che, come
una stella cadente, nasce, splende e muore nelle tenebre della disillusione
Aveva ventisette anni, faceva il pescatore e vendeva pesce al mercato. In dieci giorni riuscì a regalare un sogno ai napoletani, un sogno bello da far paura, tanta paura che i suoi stessi concittadini decisero di distruggere il sogno e quel folle che aveva permesso loro di sognarlo.
Questa, a riassumerla in poche righe, fu la rivoluzione di Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, che rivivrà al Real Orto Botanico di Napoli, sabato 9 luglio 2022 alle ore 21.00 (in replica domenica 10), nello spettacolo A te, Masaniello scritto e diretto da Annamaria Russo, e programmato nell’ambito della rassegna Brividi d’Estate 2022.
L’allestimento, presentato da Il Pozzo e il Pendolo Teatro, vedrà interpreti, in scena, Alessio Sica, Marianita Carfora, Alfredo Mundo, Riccardo Maio, Gennaro Monti, Debora Sacco, Michele Costantino.
Le musiche e le sonorizzazioni sono a cura di Gennaro Monti, le luci di Amedeo Carpentieri, la scenotecnica di Elio Rivera.
7 luglio 1647, il popolo napoletano, ridotto alla fame dalla pressione fiscale del viceregno spagnolo, scatenò una rivolta violentissima. A capeggiare l’insurrezione, un pescatore, Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello.
La città lo nominò Generalissimo della popolazione e lo seguì con cieca fede per sette giorni, mettendo a ferro e fuoco la città, e costringendo i nobili e il viceré a riparare presso Castel Sant’Elmo, per sfuggire alla violenza dell’assalto.
Sette giorni durò rivoluzione dei “pezzenti”, sette giorni leggendari durante i quali, il governo si arrese alla forza del popolo, e accolse, senza condizioni, tutte le richieste del Generalissimo. Sette giorni durante i quali il popolo fu sovrano. Tra i vicoli, le strade, le piazze riecheggiava un solo grido: libertà. Sette giorni durante i quali l’impossibile diventò possibile.
Poi, di colpo, tutto finì. Qualcuno tirò giù il sipario, e calò il buio, anche nella mente di Masaniello che, improvvisamente, impazzì. Tra i vicoli, il popolo non inneggiava più al suo comandante, ma, a bassa voce, ne decretò la morte. Il 14 luglio, alla vigilia della festa della Madonna del Carmine, Masaniello pronuncia il suo ultimo delirante discorso alla popolazione, e, poche ore dopo, la sua testa viene portata in pegno al Viceré.
Questa è la storia di Masaniello, ma questa è anche la storia di Napoli, che, nei secoli, si replica identica e immutabile. Una città che non perdona chi prova a sollevarla dal fango, rivelandosi, in realtà, una terra dal ventre molle, che fagocita sogni ed espelle abiezione.
A te, Masaniello di Annamaria Russo
9˃10 luglio 2022, Real Orto Botanico di Napoli
Inizio spettacoli ore 21.00, info ai numeri 0815422088, mob 3473607913
email info@ilpozzoeilpendoloteatro.it web www.ilpozzoeilpendolo.it
Sabato 9 e domenica 10 luglio 2019, ore 21.00
Napoli, Real Orto Botanico
Il Pozzo e il Pendolo Teatro
presenta
A te, Masaniello
drammaturgia e regia Annamaria Russo
con
Alessio Sica, Marianita Carfora, Alfredo Mundo, Riccardo Maio,
Gennaro Monti, Debora Sacco, Michele Costantino
musiche e sonorizzazioni Gennaro Monti
luci Amedeo Carpentieri
scenotecnica Elio Rivera
durata della rappresentazione 80’ circa, senza intervallo
Napoli, luglio 1647.
Aveva ventisette anni Masaniello, faceva il pescatore e vendeva il pesce al mercato. In dieci giorni riuscì a regalare un sogno ai napoletani. Un sogno bello da far paura. Tanta di quella paura che i suoi concittadini decisero di distruggere il sogno e quel folle che aveva permesso loro di sognarlo. A volerla riassumere in poche righe questa fu la rivoluzione di Tommaso Aniello d’Amalfi detto Masaniello. Un sogno. Poi c’è la storia…
Il 7 luglio del 1647 il popolo napoletano, ridotto alla fame dalla pressione fiscale del viceregno spagnolo, scatena una rivolta violentissima. A capeggiare l’insurrezione Tommaso Aniello d’Amalfi, detto Masaniello, un pescatore.
Napoli lo nomina Generalissimo della popolazione, e lo segue con cieca fede per sette giorni, mettendo a ferro e fuoco la città, costringendo i nobili ed il viceré a riparare a castel Sant’Elmo, per sfuggire alla violenza dell’assalto.
Sette giorni dura rivoluzione dei “pezzenti”, sette giorni leggendari durante i quali, il governo si arrende alla forza del popolo, e accoglie, senza condizioni, tutte le richieste del generalissimo. Sette giorni durante i quali il popolo è sovrano.
Tra i vicoli, le strade, le piazze riecheggia un solo grido: libertà. Sette giorni durante i quali l’impossibile diventa possibile. Poi, di colpo, tutto finisce. Qualcuno tira giù il sipario. E si fa buio. Si fa buio nella mente di Masaniello che improvvisamente impazzisce. Si fa buio tra i vicoli, dove il popolo non inneggia più al suo comandante, ma a bassa voce ne decreta la morte.
Il 14 luglio alla vigilia della festa della Madonna Carmine, Masaniello pronuncia il suo ultimo delirante discorso alla popolazione. Poche ore dopo, mentre una folla devota si inchina alla Madonna, la testa di Masaniello viene portata in pegno al Viceré.
I latori della notizia che il Generalissimo è morto e la rivoluzione è finita sono i migliori amici di Tommaso Aniello d’Amalfi. Il popolo, che aveva fatto del pescatore rivoluzionario santo laico, festeggia la sua morte, infierisce sul suo corpo senza testa abbandonato in mezzo alla piazza del mercato. Il sogno della libertà si spegne nel tradimento e nel sangue.
Questa la storia di Masaniello. Questa la storia di Napoli, che nei secoli si replica identica immutabile. La storia di una città che non perdona chi prova a sollevarla dal fango. La storia di un terra il cui ventre molle fagocita sogni e defeca abiezione.
A te, Masaniello nasce dalla voglia di raccontare il percorso di un sogno. Un sogno che nasce, splende e muore nelle tenebre della disillusione. Un sogno senza lieto fine. Bellissimo e disperato, come una stella cadente in una rovente serata di luglio.