Il Centro Direzionale, impronta futuristica nella metropoli partenopea

di Francesco Bartiromo

Il Centro Direzionale di Napoli fu costruito ventuno anni nel quartiere Poggioreale. Rappresenta il più esteso e imponente agglomerato urbano di grattacieli italiani e dell’Europa meridionale..

Le origini del progetto risalgono agli anni Sessanta: all’epoca le istituzioni locali pensarono di realizzare un nuovo quartiere ove concentrare la maggior parte degli uffici pubblici con l’intento di decongestionare il traffico del centro di Napoli. Così fu individuata nella zona industriale un area dismessa di oltre 100 ettari adatta ad ospitarlo, situata a ridosso della stazione centrale tra via nuova Poggioreale e via Gianturco.

Numerosi furono i progetti valutati nel corso dei decenni, ma per molto tempo nessuno di essi venne definitivamente approvato, fino a quando nel 1982 il tutto venne affidato al famoso architetto giapponese Kenzō Tange che realizzò il centro per conto della società Mededil S.p.A., gruppo IRI-Italstat.

Circa tre anni dopo la presentazione del suo progetto, vennero avviati i cantieri che proseguirono fino al 1995, anno in cui fu completato. Alla costruzione dei numerosi grattacieli parteciparono architetti di fama internazionale, come Renzo Piano che disegnò il palazzo della Olivetti, Massimo Pica Ciamarra autore delle due torri dell’ENEL e Nicola Pagliara che progettò le Torri del Banco di Napoli oltre che il Palazzo dell’Edilres.

All’interno del Centro Direzionale hanno trovato posto la nuova sede del Tribunale di Napoli, il Palazzo della Regione, e, dal 2007, la nuova sede delle Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Parthenope.  Nella piazza centrale del complesso non manca una chiesa con forme avveniristiche.

Centro Direzionale di sera-[Ph_Francesco Bartiromo]

La torre della Telecom, con i suoi 130 metri di altezza, è il quarto edificio più alto d’Italia, oltre che il più alto in assoluto della città.

Il centro è bel collegato con la Tangenziale di Napoli tramite l’accesso diretto al corso Malta per mezzo di cavalcavia, nel sottosuolo oltre a numerosi parcheggi è situata anche una apposita fermata della Circumvesuviana. Inoltre è in fase di costruzione un’ulteriore fermata della linea 1 della metropolitana.

Recenti studi hanno però dimostrato che tutta l’area del centro sprofonda di qualche centimetro ogni anno a causa della presenza di falde acquifere che caratterizzano tutta l’area un tempo paludosa, ma assicurano che tuttavia questo fattore non dovrebbe compromettere la stabilità delle strutture.

Il futuristico quartiere è stato inevitabilmente oggetto di numerose critiche, sia positive che negative: la maggior parte dei detrattori ritengono che il Centro Direzionale sia un obbrobrio che deturpa l’immagine di Napoli del tutto incompatibile con l’estetica della città. Il contrasto è particolarmente evidente osservando la città dalla collina di San Martino ove si può notare come l’intero complesso conferisca al panorama della città un’aria piuttosto particolare per l’inevitabile confronto con gli antichi edifici del centro storico e la modernità dei grattacieli che si ergono imponenti, con il Vesuvio a fare da sfondo.

Anche il cantautore Federico Salvatore ha espresso il suo giudizio negativo sul Centro Direzionale in una sua canzone ove lo definiva «… un orinatoio a cielo aperto, un inferno nella storia».

È pur vero, però, che rappresenta comunque una cittadella a sé stante al di fuori del centro urbanistico della città, differentemente dal grattacielo dell’Hotel Ambassador la cui struttura, situata in pieno centro a via Medina, contrasta “violentemente” con l’architettura dei palazzi circostanti.

Altri invece ritengono che in fondo l’intero complesso del Centro Direzionale conferisca una nota di rinnovamento e modernità alla città, rivitalizzandone il profilo. Rappresenta un primo positivo esempio di separazione netta tra traffico automobilistico sotterraneo e area pedonale superficiale, divenendo nel tempo un importante nucleo attrattivo per le imprese che possono interfacciarsi tra loro in un’unica complessa struttura appositamente dedicata.

Centro Direzionale-Sotterranei

È però anche vero che a contrapporsi all’ordine e la pulizia che appare in superficie c’è il degrado della sua area sottostante, caratterizzata da rifiuti sparsi, scarsa illuminazione e diverse scale mobili fuori servizio in attesa di manutenzione da oramai molto tempo.

Inoltre anche in superficie si può notare l’eccessivo spazio tra un edificio e l’altro che in piena estate impegna i cittadini ad estenuanti passeggiate sul suolo ardente per il sole cocente. In effetti nel progetto urbanistico del Centro Direzionale non sarebbe stato affatto male considerare una maggior presenza di alberi ad abbellire questa enorme macchia di cemento.

Centro Direzionale-1