Il silenzio è d’oro

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NAPOLI – Giorni di polemiche per il Decreto del Ministero dell’Interno che muta i criteri della nomina dei membri della Deputazione della Cappella del Tesoro di San Gennaro.

Attualmente infatti la presidenza della Deputazione spetta al sindaco del capoluogo campano, mentre i suoi membri laici sono nobili di Napoli.

In effetti il Decreto Alfano vuole disciplinare la materia delle Deputazioni laiche  trasformandole in Fabbricerie, ovvero enti che provvedano al mantenimento dei beni dei luoghi sacri, o Fondazioni, non solo a Napoli, ma in tutta Italia.

Secondo le disposizioni del DDL 4 dei membri della Deputazione sarebbero invece nominati dalla Curia, guidata dal Cardinale Crescenzio Sepe.

La Deputazione di San Gennaro teme però di perdere la laicità e soprattutto l’autonomia dall’Arcidiocesi e ha annunciato che farà ricorso entro il termine massimo del 4 aprile. Ha inoltre diffuso la notizia che per sabato 5 marzo si terrà un sit-in … naturalmente silenzioso … per sensibilizzare papa Francesco sulla questione. Anche il sindaco Luigi de Magistris ha dichiarato che farà ricorso.

Riportiamo integralmente – e senza commenti – quanto scritto sul sito http://www.cappellasangennaro.it/?page_id=2:

«La Deputazione, è l’Organo di Governo della Cappella del Tesoro di San Gennaro, e sin dal 1601 tutela il “Tesoro”, contribuendo ad alimentare il Culto del Santo Patrono. La Deputazione ha le sue radici negli antichi “sedili” del Patriziato e del Popolo Napolitano, cui un tempo era affidato il governo della nostra Città. Difatti i “sedili” erano cinque: Capuana, Portanova, Montagna, Nido e Porto, oltre a quello del Popolo. E ciascuno di essi forniva due rappresentanti.

Dal 1811, in attuazione del “Bollettino delle Leggi”, emesso da Gioacchino Murat, la Deputazione è presieduta dal primo Cittadino di Napoli (Sindaco).

Cosicchè ancora oggi, in continuazione di questa solida e lunga tradizione, la Deputazione è così composta:

On. Luigi de Magistris – Presidente; Duca Don Riccardo Carafa d’Andria – Vice Presidente; Gr.Uff. Dott. Mariano Bruno; Conte di Castelrosso Don Agostino Caracciolo di Torchiarolo dei Principi di Avellino; Duca di Novoli Don Girolamo Carignani di Carignano; Don Augusto Cattaneo dei Principi di Sannicandro; Don Riccardo Imperiali dei Principi di Francavilla; Ing. Giampiero Martuscelli; Duca Don Giovanni Pignatelli della Leonessa dei Principi di Monteroduni; Marchese Don Pierluigi Sanfelice dei Duchi di Bagnoli dei Duchi di San Cipriano; Don Mario Carignani di Carignano dei Duchi di Novoli; Don Giuseppe Caracciolo di Brienza

Un Collegio di 12 Prelati Cappellani, presieduto dall’Abate Tesoriere, Monsignor Vincenzo De Gregorio, sovrintende ai riti ed a tutti gli aspetti religiosi connessi.

Le Bolle Papali, i Bollettini delle Leggi e lo Statuto interno, dal 1605 ad oggi, confermato il ruolo della Deputazione, sottolineando l’importanza che questa ha avuto, ed ha, per Napoli e per il Suo Santo Patrono».

Citando la Bibbia il Cardinale Sepe  riferendosi alle polemiche ha avuto modo di dire: «C’è un tempo per tacere e uno per parlare. Per me è il tempo di tacere; quando verrà il tempo di parlare parlerò, e parlerò molto». Pare infatti che S.E. Sepe stia preparando una memoria particolareggiata per affrontare l’argomento e controbattere punto per punto le asserzioni della Deputazione di San Gennaro.

Certo, è una una storia obsoleta che dopo più di quattrocento anni sicuramente va rivisitata, anche secondo principi più democratici, visto che è la Città di Napoli ad essere rappresentata. Per il momento tacciamo, perché il silenzio è d’oro, come il Tesoro.