Il libro. La Riqualificazione della città antica

a. calabrese foto

di Antonio Vitale

NAPOLI – In una città impregnata di storia e del fascino di antichi retaggi, l’importanza dell’archeologia urbana, intesa come recupero del centro storico, viene focalizzata nel libro dell’architetto Alberto Calabrese La Riqualificazione della città urbana. Dal parco dell’Acropoli al Decumano Verde.

Il lavoro di Calabrese costituisce oltre ad un interessante censimento di opere urbane presenti in città, una interessante proposta di riqualificazione del Centro Storico, uno dei più ricchi d’Europa.

Alberto Calabrese, nato a Napoli nel 1959, vive nel cuore antico della città. Dopo gli studi classici al liceo Genovesi si è  laureato in architettura. Partecipa alle iniziative del sito della scuola di Eddyburg che si occupa di urbanistica, società, politica –  Urbis Polis Civitas. È membro della Associazione Campana Architetti e dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura.

Terronian Magazine ha incontrato Alberto Calabrese, che ha parlato del suo progetto che parte dal parco dell’Acropoli per arrivare al Decumano Verde.

Alberto Calabrese
Alberto Calabrese

Come è nata l’idea di scrivere questo libro?

Ho partecipato per molti anni a circoli e associazioni che diffondevano consapevolezza sulle potenzialità negate del centro antico di Napoli, l’area dei decumani, reclamandone tutela, visibilità e fruizione.

Il libro nasce da l’urgenza di contribuire, come architetto, alla promozione e realizzazione di progetti urbani, tra loro integrati con regia pubblica, sollecitando la sinergia tra Comune, Soprintendenza e operatori con competenze e professionalità varie.

Quanto ha influito la sua formazione nella stesura di questo lavoro?

La mia formazione negli studi di architettura ha sempre avuto come riferimento la  città. La morfologia urbana, dalle origini alla epoca contemporanea, compie dei  passaggi, a volte anche traumatici, che occorre tenere sempre ben presenti ogni qual volta si propone un intervento progettuale di ambito cittadino, sia pur esso di modesta entità.

 

Quali sono le sue esperienze personali di ricerca sul patrimonio artistico e culturale della città?

Nel mio ambito disciplinare di architettura, sulla realtà napoletana ho sempre mantenuto la attenzione sulla città greco-romana e sulle stratificazioni delle varie epoche storiche succedutesi nel suo perimetro. Il mio libro di cui parliamo ne rappresenta la documentazione essenziale.

 

A quale posto della classifica delle città più interessanti collocherebbe Napoli?

Se parliamo di città europee, dove Parigi e Londra mantengono il primato,

dobbiamo ancora distinguere, parlando di quali città europee del Mediterraneo

potrebbero aggiudicarsi le prime posizioni. E quindi, meglio di Atene o

Barcellona, Napoli può aggiudicarsi il primato di interesse e attrattività.

 

Una proposta per le future amministrazioni della città di Napoli?

Portare avanti progetti urbani, come il Parco archeologico nel cento storico, ma

anche, come città mediterranea, sul lungomare: che le facciano acquisire, con la

dotazione di  sevizi e attrezzature, stabilmente il respiro di città europea.