Referendum trivelle, si vota il 17 aprile

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di Antonietta Montagano

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il decreto per l’indizione del referendum abrogativo sulle trivellazioni in mare, promosso da ben nove regioni schieratesi contro il governo in un conflitto senza precedenti. La consultazione popolare  si terrà il 17 aprile.

Cancellate le speranze di chi auspicava un unico turno di voto per le elezioni amministrative e referendum, accorpamento che avrebbe permesso di risparmiare circa 350 milioni di euro di denaro pubblico che poteva essere impiegato in altro modo.

I cittadini verranno così chiamati due volte alle urne a distanza di poco tempo. Qual è il motivo di questa scelta che pare assurda?

Il Governo fa sapere che per far svolgere la votazione nello stesso giorno delle amministrative servirebbe un’apposita legge. La firma è avvenuta in base al decreto 98 del 2011, che prevede la possibilità di abbinare tra loro referendum o elezioni di diverso grado ma non quelle amministrative con referendum. Tant’è che per l’unico precedente di abbinamento referendum-elezioni, nel 2009, è servita un’apposita legge.

Molti gli svantaggi di andare al voto referendario il 17 aprile: i tempi per la campagna sono strettissimi e al limite della legge è possibile che non vi siano neppure  i tempi tecnici per garantire almeno i 45 giorni previsti dalle norme sulla par condicio. Inoltre, poco tempo disponibile per informare adeguatamente l’elettorato. Poi, si sa che durante le amministrative l’affluenza alle urne è decisamente più elevata rispetto a quella di un referendum. C’è quindi chi sostiene sia proprio questo il motivo del mancato accorpamento.

Per Greenpeace si tratta di un vero e proprio attacco alla democrazia, l’ennesimo tentativo di ostacolare il diritto degli italiani a informarsi e a esprimersi consapevolmente il giorno del voto. Infatti in un comunicato dell’organizzazione ambientalista si legge: «Tutto per scongiurare il quorum elettorale, svilire l’istituto referendario, avvantaggiare i petrolieri».

Il referendum è l’unico potere che ha il popolo di esprimere il proprio parere, per evitare che i permessi per le trivellazioni già accordati entro le 12 miglia dalla costa possano essere prorogati oltre la loro naturale scadenza, per tutta la «… durata della vita utile del giacimento».

Va sottolineato perciò che il 17 aprile cittadini saranno chiamati a pronunciarsi sull’abrogazione della legge sulle trivellazioni limitatamente alle parole «… per la durata di vita utile del giacimento, nel rispetto degli standard di sicurezza e di salvaguardia ambientale». La Corte costituzionale il 19 gennaio ha infatti dichiarato ammissibile solo il sesto quesito tra quelli promossi e proposti dalle Regioni Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise. Si tratterà solo quello che si concentra sulla previsione che i titoli abilitativi già rilasciati debbano essere fatti salvi, appunto, fino a quando il giacimento si esaurisce.

Eppure, per estrarre quantitativi irrisori di petrolio e gas si distrugge il paesaggio, il mare e settori vitali dell’economia come il turismo e la pesca: una politica energetica in aperta contraddizione con gli impegni presi in sede internazionale per salvaguardare il clima.

Contro l’inutile spreco di denaro pubblico è in atto anche una petizione. L’obiettivo è: « “Chiedere al Governo di rivedere il provvedimento in favore di un electionday che accorpi il voto alla prossima tornata elettorale delle amministrative e non firmare la deliberazione governativa che istituisce la data del 17 aprile per il voto referendario».

Perché un’unica tornata elettorale? In primo luogo, per salvaguardare la democrazia e la partecipazione, che dovrebbero caratterizzare un voto popolare, quale quello di un referendum abrogativo. In secondo luogo, per risparmiare tra i 350 e i 400 milioni di euro, denaro pubblico che potrebbe essere impiegato per meglio garantire diritti essenziali alla popolazione italiana. Un atto doveroso in tempi di gravicrisi economica.

La petizione si può firmare cliccando su questo link: https://www.change.org/p/un-election-day-per-dire-no-alle-trivelle